Secondo quanto riportato dalla polizia dell’UE e della NATO, sono stati arrestati sei individui sospettati di aver collaborato con la Russia per orchestrare un colpo di stato contro il governo rumeno. DIICOT, l’agenzia rumena per la lotta alla criminalità organizzata, ha confermato che i sospettati, arrestati nel 2023, appartenevano a un’organizzazione criminale con legami russi. Il gruppo mirava a indebolire la sovranità della Romania e la sua capacità di difesa, tentando di sovvertire l’ordine costituzionale, sciogliere i partiti politici e instaurare un governo alternativo. Le indagini, condotte con il supporto dei servizi segreti rumeni, hanno rivelato il coinvolgimento di agenti dell’Ambasciata russa nell’operazione. Le autorità hanno sequestrato numerose prove durante una serie di perquisizioni effettuate mercoledì in diverse località. Nella stessa giornata, la Romania ha espulso due diplomatici russi accusati di spionaggio e di supporto al gruppo criminale. L’Ambasciata di Mosca ha definito le espulsioni un “atto ostile” e ha annunciato possibili contromisure. Nel frattempo, l’agenzia di stampa TASS ha riferito che l’agenzia di intelligence estera russa (SVR) accusa l’Unione Europea di interferire nelle elezioni presidenziali rumene. Ursula von der Leyen sarebbe stata citata per aver richiesto l’esclusione dalle elezioni previste per maggio di Calin Georgescu, un candidato controverso noto per le sue posizioni filorusse e anti-Ucraina. Georgescu, attualmente sotto indagine per presunto sostegno a gruppi fascisti e violazioni elettorali, ha respinto le accuse, definendole strumentalizzazioni politiche. La Corte europea dei diritti dell’uomo ha rigettato il suo ricorso contro l’annullamento delle elezioni di dicembre, rendendo definitiva la decisione. Sebbene il primo turno elettorale sia previsto per il 4 maggio, rimane incerto se Georgescu potrà effettivamente partecipare alla competizione.