Mentre le tensioni continuano a salire su più fronti, la comunità internazionale osserva con attenzione lo sviluppo delle trattative e il ruolo che le grandi potenze giocheranno nel definire il futuro dell’Ucraina e delle relazioni globali. Il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato che le élite occidentali starebbero cercando di ostacolare il dialogo tra Russia e Stati Uniti. Durante una riunione del consiglio dell’FSB, Putin ha espresso un cauto ottimismo sui primi contatti con l’amministrazione Trump, ma ha denunciato un incremento degli attacchi informatici e dei crimini terroristici, attribuendo molte di queste azioni ai servizi speciali ucraini. Nel frattempo, a Istanbul si sono svolti colloqui tra le delegazioni russa e americana, durati oltre sei ore. Tuttavia, nessuna delle parti ha rilasciato dichiarazioni alla stampa, lasciando in sospeso gli sviluppi delle trattative. Il Cremlino ha ribadito la propria posizione sulle quattro regioni ucraine annesse, dichiarando che “su questi territori non si può trattare”. Il portavoce Dmitri Peskov ha affermato che tali regioni sono ora parte integrante della Russia e che qualsiasi negoziato in merito è fuori discussione. Da Kiev, la risposta è stata immediata e netta: il portavoce del ministero degli Esteri, Georgiy Tykhy, ha definito “ridicola” la pretesa russa di rendere l’annessione un fatto compiuto.
Zelensky a Washington
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si recherà alla Casa Bianca per firmare un accordo strategico sulle terre rare con gli Stati Uniti. L’intesa prevede la creazione di un fondo congiunto per la ricostruzione dell’Ucraina, con l’obiettivo di monetizzare le risorse minerarie del Paese. Il presidente Trump ha confermato l’incontro, chiarendo però che le garanzie di sicurezza per Kiev saranno responsabilità dell’Europa e ribadendo che l’adesione dell’Ucraina alla NATO non è contemplata. Il testo prevede soltanto che : “Gli Stati Uniti sostengono gli sforzi dell’Ucraina per ottenere le garanzie di sicurezza necessarie per stabilire una pace duratura”. Il New York Times sottolinea in un articolo di ieri che si tratta di un riferimento “vago” che “non segnala alcun impegno americano specifico a salvaguardare la sicurezza dell’Ucraina”.
La posizione dell’Europa
Di fronte alla minaccia russa e all’incertezza sulla politica estera americana, i Paesi europei stanno cercando strategie comuni per garantire la sicurezza del continente e sostenere l’Ucraina. La Francia ha proposto di creare scorte di armi sul territorio europeo, a fungere da deterrente contro nuove aggressioni russe. Secondo il ministro delle Forze Armate francese, Sébastien Lecornu, questa soluzione permetterebbe di intervenire rapidamente in caso di nuove escalation, senza dover dipendere da forniture esterne. Tuttavia la Germania, attraverso le dichiarazioni di Friedrich Merz, ha espresso scetticismo su un nuovo meccanismo di debito comune simile al Next Generation EU, ritenendo che le spese militari debbano essere gestite su base nazionale piuttosto che collettiva, e quindi frenando l’iniziativa francese. Un altro elemento chiave per l’Europa è il rapporto con gli Stati Uniti. Il presidente francese Emmanuel Macron ha discusso con Donald Trump sulla necessità di mantenere forte il legame transatlantico. Tuttavia, Trump ha chiarito che gli Stati Uniti non intendono fornire garanzie di sicurezza illimitate all’Ucraina e che spetta all’Europa farsene carico. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha ribadito la necessità di una pace giusta e duratura, sottolineando il ruolo chiave del Consiglio di Sicurezza dell’ONU nel processo diplomatico. L’Italia continua a sostenere una stretta collaborazione tra Unione Europea e Stati Uniti, pur evidenziando che l’Europa deve assumersi maggiori responsabilità nella propria difesa.
Turchia
Secondo quanto riportato dalla testata americana Bloomberg, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan avrebbe discusso con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov durante incontri separati ad Ankara all’inizio del mese. In questi colloqui, Erdogan ha detto che la Turchia – il secondo esercito più grande della Nato dopo gli Stati Uniti – sarebbe disposta a fornire personale militare per una forza di pace in Ucraina. Quella di mandare soldati direttamente in Ucraina è un’idea che aleggia periodicamente anche presso le diplomazie Ue.