Il ministro degli Esteri Antonio Tajani è diplomatico per ora osserva il lato positivo, ossia il dialogo che si è instaurato.
“La mia valutazione è che si è aperto un dialogo, che inizia una stagione nuova per cercare di arrivare alla pace. Siamo soltanto all’inizio, è un percorso che secondo me deve essere seguito fino alla conclusione del conflitto, garantendo libertà e indipendenza all’Ucraina. L’Italia sta facendo la sua parte, abbiamo detto molte cose a Rubio e a Kellogg, quello che noi pensiamo che si debba fare partendo politicamente da una presenza dell’Europa e mi pare che ci sia riconoscimento di questo ruolo, anche perché poi al tavolo della trattativa siamo i Paesi che hanno imposto le sanzioni, quindi ovviamente dovremmo essere parte del confronto”, commenta il ministro degli Esteri Antonio Tajani a margine della Conferenza sulla sicurezza di Monaco, “Mi pare che ci sia riconoscimento, al di là di alcuni discorsi però da parte statunitense c’è voglia di ascoltare l’Europa e c’è voglia di ascoltare l’Italia, perché Kellogg ha incontrato oggi me” in bilaterale, “ieri ha incontrato il ministro Crosetto, abbiamo fatto due riunioni con Rubio, una del G7 e un’altra dei cinque europei compreso il Regno Unito, dove ci siamo confrontati a porte chiuse su tutte le cose che si possono e si dovranno fare. Teniamo presente che siamo veramente ancora all’inizio, non è che la pace si firma domani, ci vorrà tempo, c’è stata una telefonata, non molto di più”, ha spiegato Tajani. “La determinazione americana è di andare avanti, la nostra di assecondare un processo di pace che deve però garantire l’Ucraina. Questo è garantire la sicurezza e futuro sia dell’Ucraina che dell’Europa, in un rapporto stretto tra americani e europei, ognuno ha bisogno dell’altro”.
Negoziati in forse il ruolo dell’Europa
Poco importa l’appello di y sulla necessità che l’Europa partecipi, o il fatto che i paesi europei siano direttamente interessati agli equilibri geopolitici dei loro confini. Ieri l’inviato speciale di Trump per l’Ucraina e la Russia, il generale Keith Kellogg, ha escluso che gli europei partecipino alle trattative: “Sono un realista. Penso che questo non accadrà”. Durante un pranzo alla fondazione di Victor Pinchuk, un controverso oligarca ucraino, a margine della Conferenza di Monaco Kellogg ha detto che “al tavolo delle trattative ci possono essere gli ucraini, i russi e ovviamente gli americani”. Ha poi spiegato che “dobbiamo garantire la sovranità dell’Ucraina”, prima di aggiungere: “l’alleanza europea… sarà fondamentale per questo”.Ma intanto gli Stati Uniti hanno già inviato, secondo Reuters, un documento alle capitali europee in cui si pongono domande specifiche sui contributi futuri di contingenti militari.
Nuova Ue geopolitica
Che l’aria sia cambiata per l’Europa e la sua relazione con Washington, lo si vede nelle dichiarazioni dei rappresentanti europei ieri alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco. Primo fra tutti il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa, il quale non solo ha ribadito che “solo l’Ucraina può definire quando ci sono le condizioni per una negoziazione. Imporre concessioni prima di negoziare è inaccettabile” e che l’Ue “non si arrenderà. Continueremo a stare spalla a spalla con l’Ucraina”. Costa ha soprattutto dichiarato “il 24 febbraio 2022”, ovvero il primo giorno della guerra in Ucraina, come il momento in cui “l’Unione europea è cambiata”, in cui è nata “una nuova Unione europea geopolitica”, in seguito alla prima riunione dei leader europei con il premier ucraino. “L’Unione Europea è un progetto di pace per definizione. Ma sappiamo che la pace senza difesa è un’illusione. La Commissione e l’Alto rappresentante presenteranno proposte il mese prossimo e manterrò la difesa in cima all’agenda del Consiglio europeo. Questa è la direzione. Questo è il nostro impegno”, ha spiegato il presidente Costa.
G7: sanzioni alla Russia
Contemporaneamente “I membri del G7 hanno ribadito il loro incrollabile sostegno all’Ucraina nella difesa della sua libertà, sovranità, indipendenza e integrità territoriale”, si legge in una dichiarazione congiunta di Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania, Italia, Giappone, Canada e l’Alta rappresentante Ue a margine della Conferenza sulla sicurezza di Monaco. Al termine della riunione del G7 Esteri “I membri del G7 hanno accolto con favore la loro discussione odierna con Andrii Sybiha, ministro degli Esteri dell’Ucraina. Hanno ricordato l’importante contributo del G7 alla fine della guerra in Ucraina, anche attraverso misure ai sensi della Dichiarazione congiunta di sostegno all’Ucraina del G7, sostenendo finanziariamente l’Ucraina tramite l’uso di entrate straordinarie derivanti da attività sovrane russe, imponendo ulteriori costi alla Russia, se non negozia in buona fede, tramite limiti ai prezzi del petrolio e del gas e rendendo più efficaci le sanzioni contro la Russia”, si legge nella dichiarazione.
Esercito europeo e Nato
Da parte sua il presidente ucraino Zelensky non mancando di ribadire la necessità di una garanzia militare americana alla sicurezza dell’Ucraina, sabato alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco ha fatto un appello alla creazione di “Forze armate d’Europa”. “Credo davvero che sia giunto il momento”, ha detto Zelensky. “Le Forze armate d’Europa devono essere create”. Non si può escludere, ha sostenuto, la possibilità che “gli americani dicano no all’Europa su questioni che la minacciano”. Trump ha assicurato a Zelensky che l’ucraina avrà un posto al tavolo delle trattative, ma “non ha mai detto che l’America ha bisogno dell’Europa al tavolo. Questo la dice lunga”. Perciò il presidente ucraino ha comunque ribadito che “l’Ucraina non accetterà mai accordi fatti alle nostre spalle senza il nostro coinvolgimento, e la stessa regola dovrebbe valere per tutta l’Europa”.
Zelensky ha aggiunto che non si tratta di sostituire la Nato, ma “di rendere il contributo dell’Europa alla nostra partnership pari a quello dell’America”. In questo contesto, il segretario generale della Nato Mark Rutte, intervenendo a sua volta a Monaco, ha ricordato che “la Russia ora produce in tre mesi le munizioni che l’intera Nato, che è 20 volte più grande della Russia per dimensioni economiche, produce in un anno. Quindi non stiamo tenendo il passo con Mosca. La Russia è in economia di guerra. Noi no. Dobbiamo farlo. Dobbiamo tagliare la burocrazia”.
Bilaterale Cina-Ue
In tutto questo, si comincia anche a guardare diversamente alla Cina. L’Alta rappresentate dell’Unione europea Kallas ha incontrato il ministro degli esteri cinese Wang Yi in un bilaterale in cui la Cina si è detta pronta a intensificare la relazione strategica con l’Europa, a migliorare la comprensione reciproca e a portare congiuntamente più stabilità al mondo. L’Ue, ha scritto al termine dell’incontro Kallas, “è pronta a proseguire il dialogo in settori selezionati, come il commercio, gli affari economici e il cambiamento climatico. Ho anche sottolineato che l’esportazione di beni a duplice uso da parte della Cina alimenta la guerra della Russia contro l’Ucraina, e che dovrebbe cessare”. Mentre in un comunicato di Pechino si legge che “La Cina considera positivamente tutti gli sforzi dedicati alla pace, compreso qualsiasi consenso raggiunto dagli Stati Uniti e dalla Russia sui colloqui di pace. Poiché la guerra si sta svolgendo sul suolo europeo, è ancora più necessario che l’Europa faccia la sua parte per la pace, per affrontare congiuntamente le cause profonde della crisi, per trovare un quadro di sicurezza equilibrato, efficace e sostenibile e per raggiungere la pace e la stabilità a lungo termine in Europa”.