A distanza di oltre 20 anni dall’ultima mostra, torna a Roma Edvard Munch (Norvegia, 1863 -1944) con una monografica di 100 opere provenienti dal Munch Museum di Oslo, esposte, da febbraio a giugno, a Palazzo Bonaparte. Si tratta della più vasta mostra mai realizzata prima sul suo percorso umano e artistico, curata da una grande studiosa dell’artista, Patricia G. Berman. Tra le opere esposte, che vanno dal 1880 fino alla sua morte nel 1944, anche una delle versioni litografiche custodite a Oslo de L’Urlo (1895), La morte di Marat (1907), Notte stellata (1922–19249), Le ragazze sul ponte (1927), Malinconia (1900–1901) e Danza sulla spiaggia (1904).
Pannelli informativi spiegano il contesto della vita di Munch e il suo processo creativo. Le opere sono disposte in modo da guidare il visitatore attraverso le diverse fasi della sua carriera, evidenziando i temi ricorrenti della solitudine, dell’amore e della morte. La selezione delle opere più iconiche dell’artista norvegese, che continuano a colpire per l’intensità e il significato universale, rendono questa personale un’esperienza imperdibile per chi ama l’arte e la profondità emotiva che essa può trasmettere. Tutto concorre a rendere l’atmosfera coinvolgente, a cominciare dall’illuminazione studiata per mettere in risalto i colori e le emozioni delle tele. Anche le opere meno conosciute sorprendono e arricchiscono l’esperienza.
Munch viene, dunque, celebrato con una grande retrospettiva, patrocinata dalla Reale Ambasciata di Norvegia a Roma, in collaborazione con il Museo MUNCH di Oslo e rappresenta un viaggio emozionante nell’anima di un artista che ha saputo esprimere le complessità dell’esperienza umana, esplorando le questioni di perenne significato esistenziale e sfidando le espressioni dell’arte.