Il nuovo primo ministro libanese ha annunciato, sabato, la formazione del primo governo ufficiale dal 2022. Il presidente Joseph Aoun ha accettato le dimissioni firmando un decreto con Nawaf Salam per la creazione di una nuova amministrazione. Salam si è impegnato a ristabilire la fiducia tra cittadini e istituzioni, tra il Libano e il mondo arabo, e con la comunità internazionale, attuando riforme per superare la crisi economica. Ha promesso di applicare l’accordo di cessate il fuoco che ha posto fine al conflitto con Israele e di garantire il ritiro delle forze israeliane dal territorio libanese. Il governo di Salam, composto da 24 ministri equamente suddivisi tra cristiani e musulmani. Il Libano sta affrontando una crisi economica che dura ormai da sei anni, colpendo duramente le banche e il settore elettrico, e lasciando molti in povertà. Salam, ex presidente della Corte internazionale di giustizia, promette di riformare il sistema giudiziario ed economico, portando stabilità al Paese. Le nuove autorità sperano di rafforzare i legami con l’Arabia Saudita e altre nazioni del Golfo, preoccupate per l’influenza di Hezbollah. Nonostante la formazione del nuovo governo porti speranza di stabilità, il Libano deve affrontare problemi di sicurezza. Scontri sono scoppiati al confine con la Siria tra clan libanesi e forze di sicurezza siriane, composte da ex membri di Hayat Tahrir al-Sham. Il confine è un noto canale per il contrabbando. L’esercito libanese ha segnalato bombardamenti provenienti dalla Siria. Separatamente, un attacco di droni israeliani ha ucciso sei persone vicino al confine siriano, colpendo “operatori di Hezbollah” presso un sito di armi strategiche. Israele continua a colpire strutture di Hezbollah in Libano. L’accordo di cessate il fuoco, che consente azioni per autodifesa, è stato prorogato fino al 18 febbraio.