Democrazia da difendere, neo-feudatari del Terzo millennio, le guerre come il terzo Reich, protezionismo e barriere, una Unione europea davanti a un bivio. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a tutto campo con osservazioni forti e incisive sui mali e le rischiose incertezze della contemporaneità. Un intervento alla cerimonia di consegna dell’onorificenza accademica di dottore honoris causa dall’Università di Aix-Marseille, dai toni preoccupati che suona come un monito contro le esitazioni nel tutelare le democrazie e gli interessi di pace e libertà dei cittadini.
Corsa allo spazio e usurpatori
“Accanto ad una nuova articolazione multipolare dell’equilibrio mondiale”, ha evidenziato il presidente Mattarella, “si riaffaccia, con forza, e in contraddizione con essa, il concetto di “sfere di influenza”, all’origine dei mali del XX secolo e che la mia generazione ha combattuto. Tema cui si affianca quello di figure di neo-feudatari del Terzo millennio – novelli corsari a cui attribuire patenti – che aspirano a vedersi affidare signorie nella dimensione pubblica, per gestire parti dei beni comuni rappresentati dal cyberspazio nonché dallo spazio extra-atmosferico, quasi usurpatori delle sovranità democratiche”. Per il presidente della Repubblica ci sono regole invalicabili dai singoli e dagli Stati anche per lo spazio.
«Ricordiamoci”, ha osservato, Mattarella, citando l’Outer Space Treaty all’art. II: “Lo spazio extra-atmosferico, compresi la luna e gli altri corpi celesti, non è soggetto ad appropriazione da parte degli Stati, né sotto pretesa di sovranità, né per utilizzazione od occupazione, né per qualsiasi altro mezzo possibile”.
L’UE davanti a un bivio
Sul tema della democrazia e il ruolo dell’Unione si è soffermato il presidente della Repubblica italiana. L’Unione europea per Sergio Mattarella, “appare davanti a un bivio”. “Divisa, come è, tra Stati più piccoli e Stati che non hanno ancora compreso di essere piccoli anch’essi, a fronte della nuova congiuntura mondiale. L’Unione Europea è uno degli esempi più concreti di integrazione regionale ed è, forse, il più avanzato progetto – ed esempio di successo – di pace e democrazia nella storia. Rappresenta senza dubbio una speranza di contrasto al ritorno dei conflitti provocati dai nazionalismi. Un modello di convivenza che, non a caso, ha suscitato emulazione in altri continenti, in Africa, in America Latina, in Asia”. Ma oggi per il Capo dello Stato bisogna fare di più nel rinsaldare i legami di dialogo e pace. “Occorre che gli interlocutori internazionali sappiano di avere nell’Europa un saldo riferimento per politiche di pace e crescita comune. Una custode e una patrocinatrice dei diritti della persona, della democrazia, dello Stato di diritto. Chiunque pensi che questi valori siano sfidabili sappia che, sulla scia dei suoi precursori, l’Europa non tradirà libertà e democrazia”.
Essere protetti o essere protagonisti
Il presidente della Repubblica si è soffermato sul futuro dell’Unione con un quesito.
“L’Europa intende essere oggetto nella disputa internazionale, area in cui altri esercitino la loro influenza o, invece, divenire soggetto di politica internazionale, nell’affermazione dei valori della propria civiltà? Può accettare di essere schiacciata tra oligarchie e autocrazie? Con, al massimo, la prospettiva di un ‘vassallaggio felice’. Bisogna scegliere: essere ‘protetti oppure essere ‘protagonisti’?”.
Difendere gli “organismi internazionali”.
Nel suo intervento il presidente della Repubblica ha sollecitato una iniziativa in difesa degli “organismi internazionali”.
“Oggi, come allora, si allarga il campo di quanti, ritenendo superflue se non dannose per i propri interessi le organizzazioni internazionali, pensano di abbandonarle. Interessi di chi? Dei cittadini? Dei popoli del mondo?”, osserva il presidente della Repubblica, “Non risulta che sia così. Le conseguenze di queste scelte, la storia ci insegna, sono purtroppo già scritte. È il momento di agire: ricordando le lezioni della storia» è l’appello lanciato da Mattarella”.
L’aggressione russa a Kiev
Sulla guerra subita dall’Ucraina, il presidente della Repubblica italiana è stato perentorio.
“L’aggressione russa a Kiev ricorda progetto Terzo Reich”, ha osservato Mattarella, che nel suo intervento ha invitato a ricordare la storia e la genesi di alcuni tragici avvenimenti. “La strategia dell’appeasement non funzionò nel 1938. La fermezza avrebbe, con alta probabilità, evitato la guerra. Avendo a mente gli attuali conflitti, può funzionare oggi?”. “Un abbandono delle responsabilità condusse quei Paesi a sacrificare i principi di giustizia e legittimità, nel proposito di evitare il conflitto, in nome di una soluzione qualsiasi e di una stabilità che, inevitabilmente, sarebbero venute a mancare». Gli errori del passato quando negli anni ’30 del secolo trascorso, per il Capo dello Stato “anziché la cooperazione, a prevalere fu il criterio della dominazione. E furono guerre di conquista. Fu questo il progetto del Terzo Reich in Europa. L’odierna aggressione russa all’Ucraina è di questa natura”.
Protezionismo e barriere
Anche l’economia può essere intesa in modo diversi per crescere e avere prosperità tra i popoli ma anche come accadde nella storia recente rischia di far precipitare le Nazioni in un pericoloso scontro . Il rischio ad esempio del:
“protezionismo di ritorno, barriere aumentano”.
“Oggi assistiamo anche a fenomeni di protezionismo di ritorno. La presidente della Commissione Europa, a Davos, pochi giorni fa, ricordava che, solo nel 2024, le barriere commerciali globali sono triplicate in valore”, ha evidenziato ancora Mattarella, “Crisi economica, protezionismo, sfiducia tra gli attori mondiali, forzatura delle regole liberamente concordate, diedero un colpo definitivo alla Società delle Nazioni sorta dopo la Prima guerra mondiale, già compromessa dalla mancata adesione degli Stati Uniti che, con il presidente Wilson, ne erano stati fra gli ispiratori”.
Il rischio di autoritarismi
Infine il pericolo di un ritorno di regimi dispotici e illiberali.
“La crisi economica del 1929 scosse le basi dell’economia globale e alimentò una spirale di protezionismo”, ha infine ricordato il presidente Sergio Mattarella, “di misure unilaterali, con il progressivo erodersi delle alleanze. Molti Stati non colsero la necessità di affrontare quella crisi in maniera coesa, adagiandosi, invece, su visioni ottocentesche, concentrandosi sulla dimensione domestica, contando sulle risorse di popoli asserviti d’oltremare. Fenomeni di carattere autoritario presero il sopravvento in alcuni Paesi, attratti dalla favola che regimi dispotici e illiberali fossero più efficaci nella tutela degli interessi nazionali”.