Il presidente USA Trump ha avanzato l’idea che l’Ucraina possa fornire agli Stati Uniti minerali essenziali in cambio di supporto militare, un’iniziativa che ha trovato il consenso del presidente Zelensky che ha confermato l’apertura dell’Ucraina a ricevere “investimenti” da “partner che la sostengano nella difesa della nazione. Già nel 2021, precedentemente allo scoppio del conflitto, il leader ucraino aveva cercato di sfruttare le risorse naturali del paese, offrendo vantaggi fiscali a potenziali investitori. Il paese possiede abbondanti riserve di materiali come titanio, litio, grafite e uranio. Tuttavia, molti di questi minerali si trovano in regioni attualmente sotto il controllo russo. Le regioni di Donetsk, Luhansk e Dnipropetrovsk sono particolarmente ricche di queste risorse, rendendo necessario per l’Ucraina il recupero di tali territori. Zelensky ha menzionato di aver avviato dialoghi con funzionari USA, tra cui Keith Kellogg, e sta lavorando per stabilire una data per una visita ufficiale da parte degli americani. Dal 2022, il Congresso degli Stati Uniti ha approvato circa 175 miliardi di dollari in aiuti destinati all’Ucraina. La Russia ha interpretato la proposta di Trump come un’indicazione che gli USA preferiscono un approccio di supporto a pagamento, piuttosto che gratuito. Dmitry Peskov ha commentato che sarebbe preferibile che l’assistenza non fosse fornita, poiché ciò potrebbe portare alla fine del conflitto. Il cancelliere tedesco Scholz ha giudicato la proposta come “egoistica”, sottolineando che l’Ucraina avrà bisogno delle sue risorse per la futura ricostruzione. Attualmente, la Cina è il più grande produttore mondiale di minerali di terre rare, contribuendo a circa il 70% della produzione totale globale.