giovedì, 6 Marzo, 2025
Esteri

Piano di pace. L’Ue valuta riapertura a gas russo

Centro studi Usa: Putin si basa sul presupposto che l'Occidente abbandonerà l'Ucraina. drone russo su palazzo a Sumy, 7 morti. I soldati di Mosca avanzano nella regione di Donetsk

Il Financial Times, che cita tre funzionari informati sui colloqui, ha riportato che l’Ue sta discutendo la possibilità di riprendere a importare gas russo verso l’Ue attraverso i gasdotti come parte di un potenziale accordo per porre fine alla guerra in Ucraina. L’idea, riferiscono le fonti, è stata sostenuta da alcuni rappresentanti di Germania e Ungheria, con l’appoggio di altri “grandi Stati membri” che, ha affermato un funzionario “stanno facendo pressione sui prezzi dell’energia, e questa è ovviamente una soluzione per ridurli”. L’indiscrezione è stata pubblicata anche dalla Tass e da Politico, secondo cui la Commissione europea presenterà ufficialmente il progetto del 16esimo pacchetto di sanzioni anti-russe che riguarderanno solo i terminali Gnl che non sono collegati al sistema comune di distribuzione del gas dell’Ue. Di conseguenza, le nuove sanzioni non influenzeranno la maggior parte delle importazioni russe di Gnl.

Tuttavia la sola proposta di riprendere le vendite di gas dalla Russia ha fatto infuriare funzionari di Bruxelles e diplomatici di alcuni Paesi dell’Europa dell’Est, molti dei quali negli ultimi tre anni hanno lavorato per ridurre la dipendenza dell’Ue dall’energia russa. “è una follia. Quanto dobbiamo essere stupidi anche solo per prendere in considerazione questa opzione?”, ha detto uno dei funzionari al Financial Times. La portavoce della Commissione Europea si è infatti affrettata a smentire: “Non stiamo facendo alcun collegamento tra i colloqui di pace e il transito del gas”. L’Ue conferma invece la sua impostazione, ovvero quella di ridurre a zero le importazioni di gas da qui al 2028, anche nel quadro del piano RePowerEu sulle rinnovabili.

Putin: l’Occidente abbandonerà l’Ucraina

“Il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato che l’assistenza militare occidentale rimane vitale per la capacità dell’Ucraina di mantenere la propria difesa contro l’aggressione russa. La teoria della vittoria di Putin si basa da tempo sul presupposto che l’Occidente abbandonerà l’Ucraina”. Lo scrive il centro studi statunitense Institute for the Study of War (Isw), facendo riferimento a una recente intervista in cui Putin ha detto che il conflitto potrebbe finire entro due mesi se l’Occidente smettesse di inviare aiuti militari e che tale dipendenza indica che Kiev “non ha sovranità”. Affermazioni che secondo Isw “sono parte di un’operazione a lungo termine del Cremlino volta a minare il sostegno occidentale”.

Tuttavia, secondo il centro studi, “Putin ha ragione sul fatto che un’ulteriore assistenza militare occidentale – in particolare quella statunitense – rimane fondamentale per mantenere e sviluppare ulteriormente le capacità belliche dell’Ucraina. Le forze ucraine hanno costantemente dimostrato, nel corso della guerra, di poter ottenere vittorie sul campo di battaglia significative dal punto di vista operativo e strategico quando sono armate con quantità sufficienti di assistenza militare fornita dagli Stati Uniti e da altri Paesi occidentali”. Isw ritiene quindi che solo il mantenimento di questa fornitura possa “costringere Putin ad abbandonare la sua teoria e ad accettare la necessità di offrire le concessioni necessarie per una risoluzione del conflitto accettabile per gli Stati Uniti, l’Europa e l’Ucraina”.

Attacco a Sumy, almeno 7 vittime

Un drone d’attacco russo ha colpito durante la notte un palazzo residenziale a Sumy, in Ucraina, uccidendo almeno 7 persone e ferendone 13, tra cui un bambino. Lo ha annunciato l’amministrazione militare regionale di Sumy su Telegram, spiegando che “proseguono le operazioni di soccorso d’emergenza”. Inoltre le forze armate russe hanno “liberato” l’insediamento di Novoyelizavetovka nell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk, ha riferito il ministero della Difesa russo.

Mosca: “un aumento quantitativo e qualitativo” dell’arsenale nucleare

L’ambasciatore russo Grigory Mashkov in un articolo pubblicato ieri sul periodico russo International Affairs, ha detto che “nelle realtà emergenti, non è più possibile parlare di stabilità strategica (nucleare) nel classico contesto bilaterale”. Perciò la Russia potrebbe aver bisogno di espandere e potenziare il suo arsenale nucleare, già il più grande al mondo, per contrastare la minaccia dell’Occidente. Mashkov ha spiegato che è in corso una corsa agli armamenti e che diversi Paesi stanno sviluppando la tecnologia missilistica: “È possibile che nelle attuali condizioni di confronto con l’Occidente, con la sua politica aperta di infliggere danni strategici alla Russia, ci si trovi di fronte alla questione di abbandonare la limitazione degli arsenali nucleari e missilistici a favore di un loro aumento quantitativo e qualitativo”.

 

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