2° giorno della collaborazione tra LA DISCUSSIONE e PAPABOYS 3.0
per ricordare la nascita del Santo Papa.
Il pittore che ispirò la scelta di diventare prete
“La definitiva maturazione della mia vocazione sacerdotale” – scrive Giovanni Paolo II nel libro ‘Dono e Mistero – “avvenne nel periodo della seconda guerra mondiale, durante l’occupazione nazista. Una semplice coincidenza temporale? O c’era un nesso più profondo tra ciò che maturava dentro di me e il contesto storico? E difficile rispondere a siffatta domanda. Certo, nei piani di Dio nulla è casuale. Ciò che posso dire èche la tragedia della guerra diede al processo di maturazione della mia scelta di vita una colorazione particolare. Mi aiutò a cogliere da un’angolatura nuova il valore e l’importanza della vocazione. Di fronte al dilagare del male ed alle atrocità della guerra mi diventava sempre più chiaro il senso del sacerdozio e della sua missione nel mondo”.
“Lo scoppio della guerra mi allontanò dagli studi e dall’ambiente universitario. In quel periodo persi mio padre, l’ultima persona che mi restava dei miei più stretti familiari. Anche questo comportava, oggettivamente, un processo di distacco dai miei progetti precedenti; in qualche modo era come venir sradicato dal suolo sul quale fino a quel momento era cresciuta la mia umanità”.
Il pittore che segnò il cammino del futuro Papa
Una figura decisiva per il giovane Wojtyla appassionato di teatro fu Adam Chmielowski (1845-1916), noto come fratel Alberto, di cui conservava in camera da letto un ritratto. Adam Chmielowski era un pittore di grande talento e un famoso critico d’arte che perse una gamba nell’insurrezione del 1863 contro i russi. A un certo punto, all’apice della sua carriera artistica, abbandonò tutto bruciando anche alcuni dei suoi quadri e cominciò a vivere insieme ai mendicanti e agli emarginati di Cracovia. Arrivò a fondare persino due congregazioni religiose dedite al servizio ai poveri.
A partire dal 1942, sentendosi chiamato al sacerdozio, frequentò i corsi di formazione del seminario
maggiore clandestino di Cracovia, diretto dall’Arcivescovo di Cracovia, il Cardinale Adam Stefan Sapieha. Nel contempo, fu uno dei promotori del “Teatro Rapsodico”, anch’esso clandestino.
Dopo la guerra, continuò i suoi studi nel seminario maggiore di Cracovia, nuovamente aperto, e nella Facoltà
di Teologia dell’Università Jagellónica, fino alla sua ordinazione sacerdotale a Cracovia il 1 novembre 1946. Successivamente, fu inviato a Roma, dove conseguì il dottorato in teologia (1948), con una tesi sul tema della fede nelle opere di San Giovanni della Croce. In quel periodo, durante le sue vacanze, esercitò il ministero pastorale tra gli emigranti polacchi in Francia, Belgio e Olanda. Nel 1948 ritornò in Polonia e fu coadiutore dapprima nella parrocchia di Niegowić, vicino a Cracovia, e poi in quella di San Floriano, in città. Fu cappellano degli universitari fino al 1951, quando riprese i suoi studi filosofici e teologici. Nel 1953 presentò all’Università cattolica di Lublino una tesi sulla possibilità di fondare un’etica cristiana a partire dal sistema etico di Max Scheler. Più tardi, divenne professore di Teologia Morale ed Etica nel seminario maggiore di Cracovia e nella Facoltà di Teologia di Lublino.
Il 4 luglio 1958, il Papa Pio XII lo nominò Vescovo titolare di Ombi e Ausiliare di Cracovia. Ricevette l’ordinazione episcopale il 28 settembre 1958 nella cattedrale del Wawel (Cracovia), dalle mani dell’Arcivescovo Eugeniusz Baziak.
Domani, leggeremo insieme, la nomina a Cardinale e l’elezione al Soglio di Pietro.
100 ANNI CON KAROL nasce da un’idea dei direttori del quotidiano La Discussione Giampiero Catone, e del sito Papaboys 3.0 Daniele Venturi nell’avvicinarsi dell’anniversario della nascita del Santo Polacco.