L’attività manifatturiera cinese ha subito, a gennaio, una nuova contrazione, influenzata dalle celebrazioni del Capodanno lunare e dalle incertezze legate ai dazi statunitensi sotto la presidenza Trump. L’indice PMI manifatturiero è sceso a 49,1 da 50,1, indicando una fase di contrazione sotto la soglia di 50. Zhao Qinghe dell’Ufficio nazionale di statistica (NBS), ha spiegato che il calo è dovuto alle festività, con molti lavoratori che tornano nelle loro città d’origine. Nonostante ciò, le aziende mantengono una visione ottimista, evidenziata dalla crescita del sottoindice delle aspettative. Anche l’indice dei nuovi ordini all’esportazione ha registrato un calo. Zhang Zhiwei di Pinpoint Asset Management ha collegato il rallentamento a una domanda esterna debole e all’anticipo delle esportazioni. Sebbene le esportazioni siano aumentate del 10,7% a dicembre, Trump ha proposto dazi del 10% sulle importazioni cinesi. Pechino mira a una crescita economica del 5% entro il 2025 attraverso stimoli economici. Il Ministero dell’Industria ha sottolineato l’importanza di incrementare la domanda interna e stabilizzare le esportazioni. L’indice PMI non manifatturiero è sceso a 50,2, con il settore delle costruzioni che ha raggiunto la bassa stagione. Gary Ng di Natixis ha notato un divario tra la crescita del PIL e il sentiment del mercato, suggerendo la necessità di stimoli più forti. Le autorità cinesi intendono iniziare il nuovo anno con politiche fiscali e monetarie più decise per sostenere la crescita. L’indice PMI composito è sceso a 50,1. Nel 2024, gli utili industriali sono diminuiti del 3,3%, con una crescita dell’11% a dicembre. Le imprese statali hanno registrato un calo dei profitti del 4,6%, mentre quelle a capitale estero dell’1,7%. Le imprese private hanno avuto un lieve aumento dello 0,5%.