venerdì, 24 Gennaio, 2025
Attualità

Miele sotto attacco: frodi, concorrenza sleale e clima minacciano l’eccellenza italiana

Il 2024 è stato un anno complesso per il settore apistico italiano: oltre 25 milioni di chili di miele sono arrivati dall’estero, segnando un aumento del 16% rispetto all’anno precedente. Dietro questi numeri si nasconde una realtà preoccupante, fatta di frodi, concorrenza sleale e difficoltà climatiche che mettono in crisi gli apicoltori italiani. A sottolinearlo è la Coldiretti, che esprime soddisfazione per l’operazione della Guardia di Finanza di Vicenza, culminata nel sequestro di oltre 22 mila chili di miele adulterato o contraffatto proveniente da Romania, Ungheria, Turchia, Cina e Vietnam. Il miele straniero, spesso venduto a prezzi stracciati, è un colpo basso per il “nettare degli dei” tricolore. Un esempio eclatante è quello cinese, che arriva a costare poco più di un euro al chilo, con una media generale delle importazioni di appena 2,9 euro al chilo, spingendo verso il basso le quotazioni dei prodotti italiani di qualità. A questa pressione economica si aggiunge l’impatto devastante dei cambiamenti climatici, che nel 2024 hanno penalizzato le produzioni nazionali, rendendo ancora più difficile la vita degli apicoltori.
Come proteggere la salute dei consumatori e l’eccellenza apistica italiana? Una risposta concreta arriva dalle etichette. L’origine del miele deve essere chiaramente indicata grazie alla recente Direttiva Breakfast dell’Unione Europea, che ha introdotto regole più trasparenti per aiutare i consumatori a riconoscere la provenienza del prodotto.

L’importanza dell’etichetta

Se il miele è prodotto esclusivamente in Italia, l’etichetta deve riportare la dicitura ‘Miele Italiano’.
Nel caso di miscele di mieli originari dell’Unione Europea, dovrà essere specificato: “miscela di mieli originari della Ue”, con l’indicazione dei Paesi. Per mieli provenienti da Paesi extraeuropei, si leggerà “miscela di mieli non originari della Ue”, anche qui con l’elenco dei Paesi coinvolti.
Per una sicurezza ancora maggiore, la Coldiretti consiglia di acquistare direttamente dai produttori locali, nelle aziende agricole, nei mercati di Campagna Amica o negli agriturismi, sostenendo così i 75.000 apicoltori italiani che gestiscono 1,6 milioni di arnie.

Un patrimonio da preservare

Nonostante le difficoltà, l’Italia mantiene un primato unico in Europa: la biodiversità apistica. Con oltre 60 varietà di miele, il nostro Paese offre prodotti di altissima qualità, dai mieli Dop come quello della Lunigiana, delle Dolomiti Bellunesi e Varesino, ai mieli speciali in barrique o aromatizzati, come tiglio, agrumi, eucalipto e acacia. Questo tesoro, però, rischia di scomparire se non si interviene per contrastare le frodi e tutelare il lavoro degli apicoltori. L’Italia consuma in media mezzo chilo di miele pro capite all’anno, un dato inferiore alla media europea di 600 grammi, ma le potenzialità per crescere ci sono. È il momento di scegliere la qualità e sostenere i nostri produttori.

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