Il presidente Joe Biden ha concesso, domenica, la grazia postuma a Marcus Garvey, l’influente nazionalista nero che ha ispirato leader come Malcolm X e fu condannato per frode postale negli anni ’20. La condanna di Garvey era considerata politicamente motivata, un tentativo di mettere a tacere un leader sempre più influente che promuoveva l’orgoglio razziale. Dopo la condanna, fu deportato in Giamaica, sua terra natale, e morì nel 1940. Martin Luther King Jr. dichiarò che Garvey fu il primo a dare un senso di dignità a milioni di neri. Biden ha stabilito un record per il numero di condoni concessi, annunciando, venerdì, la commutazione delle condanne di quasi 2.500 persone per reati di droga non violenti e le condanne di 37 persone nel braccio della morte federale, trasformando le loro pene in ergastolo. Ha anche concesso un ampio perdono a suo figlio Hunter per reati fiscali e legati alle armi. Tra i graziati di domenica c’erano: Don Scott, presidente della Camera dei delegati della Virginia, condannato per reati di droga nel 1994, che ha scontato otto anni di prigione. Eletto nel 2019, è diventato il primo presidente nero della Camera. Ravi Ragbir, attivista per i diritti degli immigrati, condannato nel 2001 per un reato non violento, rischia l’espulsione a Trinidad e Tobago. Kemba Smith Pradia, condannata per reato di droga nel 1994 e che ha scontato 24 anni di prigione, è ora un’attivista per la riforma carceraria. Darryl Chambers di Wilmington, Delaware, un sostenitore della prevenzione della violenza armata, condannato per reato di droga e a 17 anni di carcere. Studia e scrive sulla prevenzione della violenza armata. Biden ha commutato le condanne di Michelle West, che scontava l’ergastolo per un caso di cospirazione per droga nei primi anni ’90, e Robin Peoples, condannato per rapine in banca nel nord-ovest dell’Indiana e a 111 anni di carcere.