venerdì, 17 Gennaio, 2025
Esteri

A Kiev allarme aereo e esplosioni durante la visita di Starmer e Crosetto

Il premier britannico ha firmato una "partnership lunga 100 anni". Zelensky: la guerra può finire nel 2025. L'esercito ucraino: colpito un deposito militare di petrolio in Russia

Una sirena d’allarme è suonata a Kiev, seguita da forti esplosioni, mentre un drone sorvolava il centro della città durante le visita del primo ministro britannico Keir Starmer, giunto per firmare un partenariato di sicurezza con l’Ucraina. “La difesa aerea è in funzione”, ha scritto il sindaco di Kiev Vitali Klitschko su Telegram. Poco prima, l’aeronautica ucraina aveva riferito che un “drone nemico” si stava avvicinando alla capitale da est. Anche il ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, era nella capitale ucraina al momento dell’allarme. Le esplosioni sono avvenute a non più di 7-800 metri dal luogo in cui si trovava il ministro della Difesa. Di contro, l’esercito ucraino ha rivendicato di avere colpito nella notte un deposito che conteneva carburante utilizzato dall’esercito russo nella regione di Voronezh. Almeno tre droni hanno colpito un bersaglio, causando un incendio, ha riferito lo Stato maggiore su Telegram.

Italia in prima fila per la pace

“Sia il Presidente del Consiglio, sia il Ministro degli Esteri, sia io, abbiamo detto che ovunque scoppi la pace e serva un contingente italiano, il contingente ci sarà. Ci auguriamo che qua scoppi finalmente la pace e che possa arrivare un contingente internazionale, poi se sarà europeo, se sarà delle Nazioni Unite non sta a me dirlo, ma è un augurio che tutti ci facciamo”. Lo ha detto il ministro della Difesa Guido Crosetto, durante la sua visita a Kiev.

Regno Unito, accordo di 100 anni

Il primo ministro britannico Keir Starmer e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky hanno firmato un accordo di partenariato storico di 100 anni per approfondire i legami di sicurezza e rafforzare le relazioni tra i loro Paesi. “Oggi è un giorno davvero storico, le nostre relazioni sono più strette che mai”, ha dichiarato Zelensky ai media dopo la firma.

“Trump può fare finire la guerra quest’anno”

Durante un’intervista con i media polacchi, Volodymyr Zelensky ha risposto affermativamente a una domanda sulla possibilità di porre fine alla guerra nel corso del 2025. “Trump vuole davvero porre fine alla guerra… È in grado di fare pressione sulla Russia. Sono sicuro che la Russia ha paura dell’America e della Cina… Dobbiamo convincere Trump che ci debbano essere garanzie concrete di sicurezza per l’Ucraina, e lui deve costringere Putin alla diplomazia per porre fine a questa guerra”. Secondo il presidente dell’Ucraina, l’UE dovrebbe aumentare ulteriormente la produzione di armi “per se stessa”, in modo che i russi capiscano che l’Europa ha i mezzi per difendersi e quindi può “colpire Putin al cuore”.

“Molto presto” un incontro Zelensky-Trump

Sulla stessa linea Andrii Yermak, capo dell’Ufficio presidenziale ucraino: “Non credo in nessuno scenario in cui Trump prenderà provvedimenti per rendere l’America meno forte. E non credo che l’America possa essere forte se l’Ucraina non è forte e non ottiene una pace giusta. So per certo che Trump vuole porre fine a questa guerra, è importante per lui”. Pertanto, l’Ucraina è pronta ad avviare colloqui e consultazioni ufficiali subito dopo l’insediamento. “E mi aspetto che molto presto ci sia un incontro tra il presidente Trump, che si insedierà ufficialmente, e il nostro presidente Zelenskyy per discutere piani concreti su come porre fine a questa guerra”, ha detto Yermak.

Cremlino: “no comment” sui resoconti di colloqui per centrali nucleari

Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha rifiutato di commentare un articolo di Bloomberg che accenna a colloqui limitati tra Russia e Ucraina in Qatar sulla protezione degli impianti nucleari dagli attacchi. Quanto alle nuove sanzioni statunitensi sul settore petrolifero, “il punto è prendere quelle misure che minimizzerebbero le conseguenze di queste misure illegali e che servirebbero al meglio gli interessi del nostro paese, prima di tutto, e delle nostre aziende”, ha detto Peskov. Alla domanda specifica su una possibile risposta russa alle sanzioni statunitensi, il portavoce ha risposto: “Non si può escludere nulla. Sarà fatto tutto ciò che è meglio nell’interesse del nostro paese”. Il 10 gennaio il Tesoro statunitense ha imposto sanzioni più ampie sul petrolio russo, colpendo i produttori Gazprom Neft e Surgutneftegaz, oltre a 183 navi che hanno trasportato petrolio russo.

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