Una vasta moltitudine di devoti indù, mistici e santi ha fatto il suo ingresso, lunedì, a Prayagraj per partecipare al Maha Kumbh, riconosciuto come il più imponente raduno religioso del mondo. Durante i prossimi 45 giorni, questi pellegrini si riuniranno presso la confluenza di tre fiumi ritenuti sacri: il Gange, lo Yamuna e il mitico Saraswati. Gli indù ritengono che immergersi in queste acque possa purificare dai peccati e interrompere il ciclo delle rinascite. I momenti più propizi, che ricorrono ogni 12 anni, coincidono con la celebrazione del Maha Kumbh Mela. Questo festival, le cui radici affondano nel Medioevo, comprende rituali di purificazione e atti di austerità. Si racconta che il dio Vishnu abbia protetto una brocca d’oro contenente il nettare dell’immortalità, versando alcune gocce in quattro città, tra cui Prayagraj. Il Kumbh avviene a rotazione in queste città ogni tre anni. Quest’anno, si prevede un afflusso straordinario di 400 milioni di partecipanti, superando di gran lunga il pellegrinaggio dell’Hajj. Le autorità sono incaricate di gestire efficacemente la folla e di promuovere sia il turismo che la religione. È stata creata una città di tende dotata di cucine, servizi igienici e strutture ospedaliere. Le ferrovie hanno lanciato oltre 90 treni speciali per l’occasione. Un ampio dispiegamento di sicurezza e tecnologia, con l’installazione di 2.500 telecamere, garantirà il mantenimento dell’ordine. Il festival rappresenta anche una piattaforma politica per promuovere il nazionalismo indù. Sotto la leadership di Modi, il festival si è consolidato come un simbolo della ricca eredità culturale indiana e dell’induismo, sostenuto da fondi statali e vigorose campagne promozionali.