Una vera e propria bufera politica è quella che si è scatenata ieri dopo le indiscrezioni diffuse dall’Agenzia Bloomberg, secondo la quale il governo italiano sarebbe in trattative con SpaceX, l’azienda aerospaziale statunitense fondata da Elon Musk, per l’utilizzo del sistema di comunicazioni satellitari Starlink. Tale sistema verrebbe impiegato per garantire una gamma completa di servizi di crittografia per le comunicazioni governative e militari, nonché per l’implementazione di connettività satellitare in caso di emergenza. Ma la Presidenza del Consiglio ha smentito ufficialmente che siano stati firmati contratti o conclusi accordi con SpaceX, precisando che le interlocuzioni fanno parte di normali approfondimenti tecnici tra lo Stato e società specializzate.
Ma mentre il governo cerca di gettare acqua sul fuoco, lo stesso Musk ha rilanciato su X le trattative in corso: “Pronti a fornire all’Italia la connettività più sicura e avanzata”. Il commento del patron di Tesla risponde a un post del suo collaboratore italiano Andrea Stroppa, in difesa della qualità dei servizi di SpaceX: “Starlink è la tecnologia migliore e più sicura al mondo”.
Secondo il Vicepremier Matteo Salvini, Musk è una figura di spicco nell’innovazione globale e quindi “un possibile accordo con lui e SpaceX per garantire connettività e modernizzazione in tutta Italia non sarebbe una minaccia, ma piuttosto un’opportunità. Sono fiducioso che il governo andrà avanti in questa direzione perché fornire servizi migliori ai cittadini è un dovere”.
Sul tema ieri è intervenuto anche il Portavoce della Commissione europea per la Sovranità digitale, Thomas Regnier: “Non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione dalle autorità italiane, ma in linea generale l’Italia è uno Stato sovrano e può concludere accordi”.
Polemiche
La vicenda ha scatenato un acceso dibattito politico. Esponenti dell’opposizione, tra cui Elly Schlein e Stefania Bonaldi del Partito democratico hanno espresso preoccupazioni per la possibilità di affidare dati sensibili e la sicurezza nazionale a un colosso privato legato a un magnate straniero: “Il Paese non si svende”, il pensiero della segretaria del Pd. Il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte ha chiesto maggiore trasparenza parlamentare, mentre Carlo Calenda di Azione ha definito l’ipotesi “estremamente pericolosa”, evidenziando il rischio di cedere parti cruciali della sicurezza informatica nazionale a un soggetto privato. Nicola Fratoianni di Avs ha ulteriormente criticato l’opzione di collaborare con Musk, definendo “inquietante” la prospettiva di una dipendenza tecnologica da una figura controversa. Ha inoltre evidenziato come questa ipotesi sembri contraddire le promesse fatte dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni all’inizio del suo mandato, quando aveva sottolineato l’importanza di sviluppare un’infrastruttura di cloud nazionale per proteggere i dati italiani. “Su questa cosa noi andremo fino in fondo” le parole del leader di Italia viva Matteo Renzi. A difesa dell’operato del governo, il Presidente di Noi moderati Maurizio Lupi: “L’opposizione dovrebbe basarsi sulla realtà, non sulla fantasia. Non avendo notizie se le inventano. È davvero triste lo spettacolo di un’opposizione che si inventa un fantomatico accordo del governo con una società di Elon Musk e che a fronte di una secca e categorica smentita con una nota ufficiale di Palazzo Chigi, che per la pseudonotizia arriva a usare il termine ‘ridicola’, tenta disperatamente di insistere”.
Tra Mantovano e Belloni
La giornata di ieri ha visto inoltre l’audizione davanti al Copasir dell’Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica Alfredo Mantovano. L’incontro (durato circa due ore e mezzo) era stato convocato per un aggiornamento sul caso della giornalista Cecilia Sala, detenuta in Iran dal 19 dicembre.
Intanto secondo il Portavoce del Ministero degli Esteri iraniano Esmail Baghaei, l’arresto della Sala non ha alcun legame con quello di Mohammad Abedini Najafabadi, sottoposto a mandato di cattura americano. Secondo Baghaei, la detenzione della Sala è legata alla violazione delle leggi iraniane, mentre ha definito l’azione degli Stati Uniti nei confronti di Abedini come una sorta di “presa di ostaggi”.
Nel frattempo, un altro tema di sicurezza nazionale si è imposto all’attenzione pubblica: Elisabetta Belloni, attuale Direttrice del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (Dis), lascerà il suo incarico con cinque mesi di anticipo. Prima donna a ricoprire tale posizione, Belloni è stata al centro di operazioni di grande rilievo per la sicurezza nazionale.