Mentre il Congresso si riunisce sotto una tempesta invernale per certificare l’elezione di Donald Trump come presidente USA eletto, il ricordo del 6 gennaio 2021 rimane vivido: il candidato che cercò di ribaltare le precedenti elezioni ha vinto e torna al potere. I legislatori si incontreranno lunedì, circondati da imponenti misure di sicurezza. Alte recinzioni avvolgono il Campidoglio, un monito degli eventi di quattro anni fa, quando Trump incitò la sua folla a “combattere” nell’attacco più grave alla democrazia americana in due secoli. Questa volta non si prevedono violenze, né proteste o obiezioni al Congresso. I repubblicani che contestarono i risultati nel 2020 non hanno riserve quest’anno dopo aver sconfitto Kamala Harris. Anche i democratici accettano la vittoria di Trump nel Collegio elettorale. La tempesta di neve non dovrebbe interferire con la certificazione del 6 gennaio. La giornata segna un ritorno alla tradizione del pacifico trasferimento di potere, con Trump che assume la carica con un rinnovato senso di autorità. Egli nega di aver perso quattro anni fa e promette di perdonare alcuni dei 1.250 condannati per l’assalto al Campidoglio. Rimane incerto se il 6 gennaio 2021 sia stata un’anomalia o se la calma di quest’anno sia solo un’eccezione. Gli Stati Uniti devono affrontare divisioni politiche e culturali mentre la democrazia globale è sotto minaccia. Trump descrive il 6 gennaio 2021 come un “giorno dell’amore” mentre per il presidente uscente, Joe Biden, si tratta di “uno dei giorni più difficili nella storia americana”. Durante la giornata odierna, i senatori attraverseranno il Campidoglio, un tempo invaso dai rivoltosi, per certificare il voto. Harris presiederà lo spoglio e certificherà la sua sconfitta sul podio da cui Nancy Pelosi fu portata in salvo. Dopo quattro anni, nuove norme procedurali sono state adottate, richiedendo che un quinto dei legislatori sollevi obiezioni ai risultati elettorali.