Il primo ministro della Groenlandia, Múte Egede, ha recentemente delineato la sua visione per il futuro dell’isola, ponendo l’accento sull’urgenza di intraprendere azioni concrete per raggiungere l’indipendenza dalla Danimarca. Le sue dichiarazioni sono state una risposta diretta a un post pubblicato il 22 dicembre su Truth Social dal presidente USA eletto, Donald Trump, che aveva avanzato pretese di “proprietà e controllo” sulla Groenlandia. Egede ha incentrato il suo discorso sui principi della secessione, affermando: “Nel prossimo periodo elettorale, insieme ai cittadini, dobbiamo costruire nuovi passi avanti basati sulle solide fondamenta già esistenti. È ora di andare avanti e modellare il nostro futuro, decidendo con chi collaboreremo strettamente e chi saranno i nostri partner commerciali più importanti”. Trump aveva tentato di acquistare il territorio durante il suo primo mandato, definendolo un “grande affare immobiliare”. Egede ha dichiarato con fermezza: “La Groenlandia è nostra e non siamo in vendita, né lo saremo mai. È fondamentale non perdere di vista la nostra lunga lotta per la libertà”. L’interesse americano per la Groenlandia ha radici profonde, risalendo al XIX secolo. Nel 1867, il Dipartimento di Stato aveva considerato l’acquisto della Groenlandia e dell’Islanda, riconoscendone l’importanza strategica, secondo quanto riportato da Fox News. Dopo la seconda guerra mondiale, la Danimarca rifiutò un’offerta di 100 milioni di dollari avanzata dal presidente Harry Truman per l’isola, un’acquisizione che sarebbe stata la più grande espansione territoriale americana, superando persino l’acquisto della Louisiana.