lunedì, 6 Gennaio, 2025
Esteri

Hamas diffonde il video della soldatessa ostaggio ancora in vita. Stallo sulla tregua a Doha

Si tratta della soldatessa Liri Albag, 19 anni. Raid israeliani su Gaza, almeno 26 morti. Gli inviati Ue in Siria. Jolani: "Cristiani sono parte della Siria, ammiro il Papa". Israele in Libano ancora 30 giorni

Hamas ha diffuso ieri un video lungo tre minuti e mezzo che mostra l’ostaggio Liri Albag, Soldatessa di 19 anni rapita il 7 ottobre, ancora in vita. Il video però non riporta la data, sebbene Albag affermi di essere detenuta da oltre 450 giorni, il che indica che è stato girato di recente. Hamas ha già diffuso in passato video simili di ostaggi, in quella che Israele definisce una deplorevole guerra psicologica. La famiglia di Albag ha chiesto che i media non pubblichino il video o immagini da esso estratte. Nel frattempo resta lo stallo sull’accordo per un cessate il fuoco e la liberazioni degli ostaggi a Gaza. A Doha, dove sono in corso per il secondo giorno i colloqui, “le posizioni tra i negoziatori restano lontane: permangono lacune tra Israele e Hamas su quasi tutte le questioni in fase di negoziazione”, precisa il Times of Israel.

Attacchi israeliani su Gaza, almeno 26 morti

Intanto continuano gli attacchi aerei e di terra in diverse zone della Striscia di Gaza. Le truppe israeliane hanno fatto saltare in aria edifici residenziali nel campo di Jabalia, nel nord, e nuovi attacchi sono stati registrati nella città di Gaza. Nel sud dell’enclave, a Khan Younis, le forze israeliane hanno attaccato una tenda che ospitava degli sfollati vicino a Jalal Street, nel centro della città, mentre cinque persone, tra cui personale di sicurezza, sono state uccise in un attacco contro un veicolo. Un uomo e un bambino sono morti dopo il bombardamento israeliano di due case. Destano forte preoccupazione, inoltre, le condizioni delle persone rimaste intrappolate sia nell’ospedale indonesiano che in quello di al-Awda. Israele ha tuttavia intensificato gli attacchi contro gli agenti di polizia e il personale di sicurezza di Hamas che, in molti casi, sono incaricati di sorvegliare i camion con gli aiuti umanitari. In tutto, ieri sono state uccise almeno 26 persone nell’enclave, che si aggiungono alle 45.658 persone, il 70% delle quali donne e bambini, uccise dall’inizio della guerra.

Israele valuta taglio aiuti Gaza con Trump

Non contento, il governo israeliano sta valutando anche una ulteriore riduzione dell’ingresso di aiuti umanitari nella Striscia una volta che il nuovo presidente americano Donald Trump si sarà insediato alla Casa Bianca. Da tempo ormai la questione dell’ingresso di aiuti umanitari è motivo di scontro con le Nazioni Unite ed è tenuta sotto osservazione da molti alleati di Israele. Secondo le Nazioni Unite prima della guerra entravano a Gaza 15.000 camion di aiuti al mese, mentre a dicembre ne sono entrati solo 2.205. L’Onu avverte inoltre di un serio rischio di carestia, senza contare che interi abitati sono stati rasi al suolo e il freddo ha già mietuto diverse vittime fra i neonati.

A Damasco la visita dei ministri degli Esteri francese e tedesca

In Siria è stato fatto un primo passo per trasmettere il messaggio dell’Unione Europea alla nuova leadership siriana quando il leader de facto del paese, Ahmad al-Sharaa, ha ricevuto i ministri degli esteri di Francia, Jean-Noel Barrot, e Germania, Annalena Baerbock, nell’ex palazzo di Bashar al-Assad. Così l’Alta rappresentante per la politica estera dell’Ue, Kaja Kallas, ha descritto la visita.

Barrot, che ha avviato la sua visita incontrando leader religiosi cristiani a Damasco, ha dichiarato su X che Francia e Germania mirano a “promuovere una transizione pacifica e urgente al servizio dei siriani e della stabilità regionale”. Baerbock, dal canto suo, ha sottolineato che un “nuovo inizio politico tra Europa e Siria” sarà possibile solo se la nuova società siriana garantirà a tutte le persone, indipendentemente dall’appartenenza etnica o religiosa, “un ruolo nel processo politico”, oltre a diritti e protezione. L’incontro con ha generato qualche polemica a causa della mancata stretta di mano tra il leader siriano e la ministra tedesca, anche se Baerbock ha chiarito che era già noto che “non ci sarebbero state strette di mano formali”.

“I cristiani sono parte integrante della Siria”

“Non considero i siriani cristiani una minoranza ma una parte integrante e importante della storia del popolo siriano”. Lo ha detto il nuovo leader siriano Abu Mohammed al Jolani a Ibrahim Faltas, vicario della custodia di Terra Santa, che racconta il loro incontro il 31 dicembre a Damasco sulle pagine dell’ Osservatore romano. Jolani ha anche colto l’occasione per esprimere “innanzitutto grande ammirazione, stima e rispetto per papa Francesco”. “È un vero le sue azioni a favore della pace e dei popoli in difficoltà”.

“Idf potrebbe estendere presenza in Libano per altri 30 giorni”

Le Forze di difesa israeliane potrebbero estendere la propria presenza nel Libano meridionale per altri 30 giorni. Secondo il quotidiano Al-Akhbar, il messaggio inviato dal maggiore generale Jasper Jeffers, del Comando centrale delle operazioni speciali (Soccent) all’esercito libanese è che la decisione dipende dalla capacità di Israele di “realizzare i suoi obiettivi di garantire la fine della capacità di Hezbollah di portare avanti un attacco preventivo”. L’emittente pubblica Kan ha riferito che le Idf potrebbero ritardare il ritiro dal Libano meridionale perché l’esercito libanese non sta rispettando i termini e si sta dispiegando troppo lentamente mentre Hezbollah si sta riorganizzando.

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