lunedì, 6 Gennaio, 2025
Esteri

Bombe israeliane sui profughi, nuove stragi a Gaza. Idf: intercettati missili partiti dalla Striscia

I ministri degli Esteri di Francia e Germania incontrano a Damasco al-Jolani.

Il bilancio dei 34 raid aerei israeliani effettuati in 24 ore sulla Striscia di Gaza è di 71 morti. Sono stati segnalati attacchi pesanti in tutta l’enclave, inclusa la cosiddetta zona umanitaria di al-Mawasi e il campo profughi di Jabalia nel nord di Gaza, bombardato ripetutamente negli ultimi giorni. “Gli attacchi aerei israeliani hanno preso di mira civili e infrastrutture in crimini orribili che si sono aggiunti al triste primato dell’occupazione”, denuncia Hamas. Intanto le forze armate israeliane hanno riferito che due razzi sono stati sparati da Gaza verso il sud di Israele. Uno è caduto vicino Nir Am e il secondo in una zona aperta. Non ci sono stati feriti.

Ordine di evacuazione anche all’ospedale indonesiano

Dopo la distruzione dell’ospedale el-Adwan e l’arresto del suo direttore, anche l’ospedale indonesiano, nel nord di Gaza, ha ricevuto l’ordine di evacuazione da parte dell’esercito israeliano. Secondo l’organizzazione Medici per i diritti umani ci sono ancora almeno 25 pazienti, la maggior parte dei quali donne e bambini, oltre al personale medico. Alcuni non sono in grado di muoversi e hanno chiesto garanzie di non essere attaccati durante l’evacuazione forzata dalle truppe israeliane che circondano l’ospedale. Di fronte alla condanna dell’Onu per l’accanimento di Israele sugli ospedali, il governo israeliano ha scritto in una nota che “oggi, su richiesta dell’Algeria, il Consiglio di sicurezza terrà un briefing sull’operazione condotta dall’IDF nell’ospedale Kamal El-Adwan di Gaza. L’Onu dovrebbe invece discutere di come Hamas utilizzi gli ospedali e altre strutture vitali per scopi terroristici”, si legge nella nota.

Negoziatori israeliani in Qatar per colloqui

Nel frattempo una delegazione di negoziatori “di livello operativo” ha lasciato Israele ieri, dopo l’approvazione di Natanyahu, per partecipare ai colloqui in Qatar su un accordo di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza in cambio della liberazione degli ostaggi. Mentre i resoconti degli ultimi giorni davano i colloqui in pieno stallo, anche una delegazione del gruppo terroristico Hamas è attesa a Doha. La discussioneriguarda attualmente la lista degli ostaggi di cui Israele ha chiesto la liberazione, accettata solo parzialmente da Hamas.

Ministri degli Esteri di Francia-Germania a Damasco

La ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock e il suo omologo francese Jean-Noel Barrot sono a Damasco per incontrare il nuovo leader siriano Ahmed al-Sharaa (conosciuto anche come al-Jolani), nella visita di più alto livello da parte di esponenti di Paesi occidentali da quando Assad è stato deposto l’8 dicembre. I due capi delle diplomazie hanno visitato anche la prigione di Saydnaya in Siria, simbolo degli abusi sotto l’ex leader. Il capo della diplomazia tedesca ha avvertito i nuovi leader siriani che “L’Europa fornirà sostegno ma non finanzierà nuove strutture islamiche”. Il ministro francese, da parte sua, ha espresso la speranza di vedere “una Siria sovrana, stabile e pacifica” durante la sua prima visita a Damasco. “È una speranza reale, ma fragile”, ha aggiunto il ministro dalla sede dell’ambasciata francese.

Israele bombarda il sud del Libano

Due raid aerei israeliani sono stati condotti nel sud del Libano, nella zona di Iqlim al-Touffah, nel distretto di Nabatieh. Lo riporta l’Orient Le Jour spiegando che il primo raid aereo ha colpito il villaggio di Jbaa. Il secondo si è verificato nell’area di Al-Bureij, sempre nel distretto di Nabatieh. Inoltre la Lebanese National News Agency (Nna) ha riferito che i soldati israeliani hanno incendiato diverse case nella città libanese di Aitaroun a Bint Jbeil, “in una continua violazione” della tregua entrata in vigore alla fine di novembre. La Nna ha affermato che le forze israeliane hanno anche bombardato case ad Aita al-Shaab mentre le truppe di terra hanno lanciato una “operazione di rastrellamento nella città”. L’accordo di tregua stabilisce il ritiro di Israele dal Libano meridionale entro 60 giorni e lo spostamento di Hezbollah a nord del fiume Litani. Ma Israele ora afferma che le vaste armi di Hezbollah nel sud e i loro sforzi di ricostruzione potrebbero portarli a “riconsiderare” la tempistica del ritiro.

 

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