domenica, 5 Gennaio, 2025
Esteri

Zelensky ordina la produzione di missili e droni a lungo raggio

Stop al gas, il prezzo chiude sopra i 50 euro al megawattora. Rublo crollato a causa delle sanzioni.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ordinato la produzione di trentamila droni a lungo raggio. Le imprese ucraine prevedono inoltre di produrre circa 3000 missili.Secondo il primo ministro ucraino Denys Shmyhal nel 2025 è stato stanziato un totale di 2230 miliardi di grivinie (circa 50 miliardi di euro) per la difesa e la sicurezza. I fondi dei contribuenti provenienti dal bilancio statale saranno utilizzati per questi scopi. La spesa per armi ed equipaggiamenti militari ammonterà ad almeno 739 miliardi di grivnie (17 miliardi di euro). Secondo Shmyhal, le aziende ucraine del settore della difesa hanno in programma di aumentare la loro capacità produttiva fino a 30 miliardi di dollari. Il governo avvierà inoltre contratti a lungo termine con i produttori per 3-5 anni: “Presteremo particolare attenzione alla componente a lungo raggio e al programma missilistico. Il compito del presidente dell’Ucraina è di produrre almeno trentamila droni a lungo raggio. Le imprese ucraine prevedono anche di produrre circa 3000 missili da crociera e droni”, ha detto Shmyhal. Inoltre, l’Ucraina svilupperà il modello danese, in base al quale i partner acquistano armi dall’industria della difesa nazionale per le esigenze dell’esercito ucraino. Entro il 2025, si prevede di raccogliere più di un miliardo di dollari.

Il prezzo del gas sopra i 50 euro al megawattora

Il prezzo del gas ha chiuso giovedi sera sopra i 50 euro al megawattora, sui massimi da ottobre 2023. Sul rialzo delle quotazioni pesa lo stop dei flussi via Ucraina, l’interruzione di un impianto di Gnl in Norvegia e temperature più rigide rispetto agli altri anni. A fine giornata ad Amsterdam il prezzo registra un rialzo del 2,83% a 50,27 euro al megawattora.

“Zelensky vuole sabotare l’economia Ue”

Robert Fico, primo ministro della Slovacchia, accusa il presidente ucraino Volodymyr Zelensky di voler “sabotare” l’economia dell’Unione europea attraverso la scelta di sospendere il transito del gas russo. “Con questa decisione unilaterale, la Slovacchia perderà ogni anno quasi 500 milioni di euro” che avrebbe guadagnato dal passaggio del gas russo attraverso il suo territorio, attacca Fico.

Inoltre l’Unione europea pagherà prezzi più alti per l’elettricità. “La Russia non sarà toccata. La decisione del presidente Zelensky andrà a beneficio solo degli Stati Uniti con l’aumento del trasporto di gas verso l’Europa”, sottolinea sempre Fico in un video su Facebook. Il primo ministro slovacco attacca l’opposizione e i media del suo Paese perché “hanno taciuto” e “tollerato il sabotaggio di Zelensky” e annuncia che la coalizione di governo valuta eventuali ritorsioni. Per Fico anche gli altri partiti della maggioranza giudicano la questione “come eccezionalmente importante” e “degna di una reazione sovrana da parte di una Slovacchia sovrana”.

Rublo crollato a causa delle sanzioni a Gazprombank

Ma a dispetto della posizione di Fico, secondo l’intelligence britannica “Il 20 dicembre 2024, la Banca centrale russa (CBR) ha deciso di mantenere i tassi di interesse al 21%, segnando un cambiamento rispetto al suo recente approccio alla lotta all’inflazione.” Lo scrive il ministero della Difesa britannico nel quotidiano aggiornamento di intelligence su X. “Nel novembre 2024 – continua il post – il rublo si è svalutato al tasso più basso dall’invasione dell’Ucraina nel 2022 (114 per dollaro USA). Il calo del valore del rublo è stato quasi certamente determinato dall’annuncio delle sanzioni a Gazprombank, seguito dalla pubblicazione di statistiche economiche che indicano un continuo surriscaldamento dell’economia russa. In risposta, la CBR ha annunciato che avrebbe cessato l’acquisto di valuta estera fino al 2025. La decisione della CBR di mantenere i tassi di interesse al livello attuale probabilmente aumenterà gli squilibri dell’economia a causa degli effetti inflazionistici del deprezzamento, della carenza di manodopera e dell’elevata spesa pubblica”, conclude il ministero.

Transnistria costretta a fermare le imprese dopo lo stop del gas russo

L’interruzione delle forniture di gas russo hanno colpito la regione separatista filorussa della Transnistria, in Moldavia, costretta alla chiusura di tutte le aziende industriali, ad eccezione dei produttori alimentari. Il territorio, prevalentemente russofono e composto da circa 450.000 persone che si è separato dalla Moldavia negli anni ’90 con il crollo dell’Unione Sovietica, ha subito un duro e immediato colpo a causa dell’interruzione delle forniture.

 

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