giovedì, 2 Gennaio, 2025
Ambiente

Crisi climatica, Italia sotto assedio: 351 eventi estremi nel 2024, +485% dal 2015

Siccità, alluvioni e temperature record: per Legambiente l’anno è segnato da 134 allagamenti, 62 danni da vento e 46 esondazioni

L’Italia continua a fare i conti con una crisi climatica che mostra effetti sempre più drammatici e diffusi su tutto il territorio nazionale. Il 2024 si chiude con un dato impressionante: 351 eventi meteo estremi registrati dall’Osservatorio Città Clima di Legambiente, un incremento del 485% rispetto al 2015, quando se ne contarono 60. Le cause principali di questa escalation sono da ricercare nel cambiamento climatico globale, che ha intensificato fenomeni come siccità, alluvioni e temperature record. Nel corso del 2024, l’Italia è stata colpita da un numero senza precedenti di episodi meteorologici avversi. Tra questi si contano 134 allagamenti da piogge intense, 62 danni causati dal vento, 46 esondazioni fluviali e 34 casi di siccità prolungata. A questi si aggiungono 30 danni da grandinate, 19 frane dovute alle precipitazioni, 9 danni alle infrastrutture e 8 eventi legati a mareggiate.

A livello geografico, il Nord Italia è risultato l’area più colpita, con 198 eventi estremi, seguito dal Sud con 92 e dal Centro con 61. Emilia-Romagna, Lombardia e Sicilia sono state le regioni maggiormente interessate, mentre Bologna, Ravenna e Roma hanno guidato la triste classifica delle province con più episodi.

Un’Italia divisa

Il 2024 ha confermato un’Italia letteralmente spaccata in due, con aree soffocate dalla siccità e altre devastate da precipitazioni intense. La siccità ha colpito in particolare la Sicilia, con 16 eventi, seguita da Sardegna e Basilicata. Sul fronte opposto, Lombardia ed Emilia-Romagna hanno subito il maggior numero di allagamenti, rispettivamente con 25 e 22 episodi. L’Emilia-Romagna è stata anche teatro del maggior numero di esondazioni fluviali, ben 14 nell’arco dell’anno. Il contrasto tra queste due realtà fotografa la complessità della crisi climatica, capace di generare problemi opposti, ma ugualmente gravi, nel giro di pochi chilometri.

Impatto sui trasporti e sulle città

La rete dei trasporti ha risentito in modo significativo delle conseguenze degli eventi estremi. Il 2024 ha registrato 22 episodi in cui le infrastrutture ferroviarie o i trasporti pubblici urbani sono stati interrotti o gravemente compromessi. Tra i casi più gravi, l’allagamento della stazione Cipro della Metro A a Roma, che ha causato il blocco della circolazione lo scorso ottobre. Ancora a ottobre, la linea Rimini–Ravenna è stata sospesa a causa dell’allagamento dei binari. A Milano, a settembre, l’esondazione del Seveso ha portato a ritardi di oltre due ore nei collegamenti ferroviari, mentre diverse linee tranviarie sono state interrotte.

Le conseguenze del riscaldamento globale sono sempre più evidenti anche nelle aree montane. Il livello dello zero termico in Piemonte ha raggiunto i 5.206 metri nel 2024, avvicinandosi al record assoluto del 2015, quando toccò i 5.296 metri. Questo fenomeno accelera lo scioglimento dei ghiacciai e mette a rischio interi ecosistemi, alterando la biodiversità e l’approvvigionamento idrico.

Temperature record

Il 2024 si è imposto come l’anno più caldo mai registrato a livello globale. Il programma europeo Copernicus ha evidenziato come, per la prima volta, le temperature medie globali abbiano superato la soglia di 1,5°C rispetto ai livelli pre-industriali. Il mese di novembre ha confermato questa tendenza, risultando il secondo più caldo di sempre con una temperatura media di 14,1°C. Anche le temperature marine hanno raggiunto valori record, con una media di 20,6°C, appena al di sotto del picco massimo del 2023.

Nonostante i dati drammatici, l’Italia continua a mostrare ritardi significativi nella preparazione e gestione delle emergenze climatiche. Secondo Legambiente, gli interventi per affrontare questa crisi rimangono frammentati e spesso tardivi. Le piogge intense e le mareggiate che hanno caratterizzato gli ultimi giorni del 2024 hanno messo in evidenza una gestione carente della prevenzione e del territorio.

Il futuro della lotta al cambiamento climatico

Per affrontare questa situazione, Legambiente insiste sulla necessità di una pianificazione strategica che metta al centro la prevenzione. Tra le proposte avanzate, l’implementazione di infrastrutture verdi per mitigare il rischio idrogeologico, l’incentivazione dell’efficienza energetica e il potenziamento delle risorse destinate all’adattamento climatico. L’associazione sottolinea inoltre l’urgenza di una transizione energetica più rapida, con investimenti significativi nelle fonti rinnovabili e nell’economia circolare. L’obiettivo è costruire un sistema economico e sociale resiliente, capace di affrontare le sfide di un clima che cambia in modo sempre più imprevedibile.

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