Mentre è stata raggiunta l’intesa in Conferenza Stato-Regioni sul decreto ministeriale da 112,5 milioni di euroalle imprese del Mezzogiorno colpite da siccità, gli ultimidati che giungono dall’Osservatorio Siccità del CNR (Consiglio Nazionale Ricerche) mettono in allarme sulla questione idrica in Italia, con oltre il 43% del territorio sottoposto a condizioni di siccità severo-estrema. L’agenzia Ageei riporta il report Istat secondo il quale la dispersione idrica per il 2022 è al 42,4% dell’acqua immessa in rete. Un danno che si riflette anche sul settore primario dove la scarsità d’acqua incide sulle rese produttive. Nel 2020 solo il 19,0% della superficie agricola utilizzata è stata irrigata. Grave anche la situazione riguardante il dissesto idrogeologico nel Paese. Il 94% dei comuni italiani è a rischio per frane, alluvioni o erosione costiera. Sul decreto che stanzia oltre 112 milioni il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida ha detto: “Questo provvedimento conferma il forte impegno del Governo Meloni e del Ministero nei confronti del settore primario. Le risorse si sommano ai 15 milioni di euro già stanziati in precedenza nel DL Agricoltura per le aziende siciliane che hanno subito danni per la siccità”.
Regioni più colpite
Secondo i dati dell’Osservatorio Siccità del CNR (Consiglio Nazionale Ricerche) a Novembre, in Italia, circa il 43% dei territori è stato sottoposto a condizioni di siccità severo-estrema, coinvolgendo oltre il 63% della popolazione, colpendo maggiormente quelle regioni del Nord Italia, ricche d’acqua dopo oltre un anno e mezzo di clima particolarmente umido: Emilia-Romagna (92% di territorio coinvolto e -75% di pioggia), Veneto (85% di territorio e deficit del 93%), Lombardia (72% di territorio e carenza del 92%) mentre, tra le regioni meridionali già in sofferenza idrica, quelle penalizzate anche da siccità novembrina sono state Puglia (43% del territorio), Calabria (41%), Sardegna (40%).
Motivi di preoccupazione
“Preoccupa che l’Italia idrica stia anticipando una tendenza simile al siccitosissimo 2022 con l’aggravante di un Centro-Sud già ora in difficoltà. Se il trend meteorologico dovesse persistere, avremo di che rimpiangere la tanta acqua rilasciata a mare per assenza di bacini destinati alla raccolta” segnala Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI). Anche l’indice SWE (Snow Water Equivalent), seppur in crescita, è nettamente inferiore alle medie del periodo, nonché del 2023 e questo potrebbe essere un ulteriore motivo di preoccupazione per il prossimo futuro.
Dispersione delle reti idriche
Nel 2022 sono ancora persistenti le perdite idriche nelle reti comunali di distribuzione. Il volume delle perdite idriche totali nella fase di distribuzione dell’acqua è pari a 3,4 miliardi di metri cubi, il 42,4% dell’acqua immessa in rete. Numeri pressoché identici al 2020 (quando era al 42,2%), a conferma del persistente stato d’inefficienza di molte reti di distribuzione. Nel 2022 l’acqua dispersa nelle reti comunali di distribuzione dell’acqua potabile soddisferebbe le esigenze idriche di 43,4 milioni di persone per un intero anno. In nove regioni le perdite idriche totali in distribuzione sono superiori al dato nazionale, con i valori più alti in Basilicata (65,5%), Abruzzo (62,5%), Molise (53,9%), Sardegna (52,8%) e Sicilia (51,6%). Di contro, tutte le regioni del Nord hanno un livello di perdite inferiore, con Veneto (42,2%) e Friuli-Venezia Giulia (42,3%) in linea col dato nazionale. Nella provincia autonoma di Bolzano/Bozen (28,8%), in Emilia-Romagna (29,7%) e Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste (29,8%) si registrano le perdite minori. comuni italiani è a rischio per frane, alluvioni o erosione costiera, 1,3 milioni di abitanti sono a rischio frane e 6,8 milioni di abitanti a rischio alluvioni secondo l’ultimo Rapporto Ispra, 2021. Un trend in crescita accentuato da cambiamenti climatici, cementificazione e mancanza di infrastrutture.