Un terremoto di magnitudo 7,3, seguita da una scossa di assestamento di magnitudo 5,5, ha colpito, martedì, l’isola di Vanuatu, interrompendo le comunicazioni e causando danni a strutture ed edifici. Secondo l’US Geological Survey, l’epicentro era situato a 30 chilometri a ovest della capitale, a una profondità di 57,1 chilometri. Le frane hanno bloccato l’accesso a un terminal di spedizione internazionale nella capitale Port Vila. Molte persone si sono radunate fuori da un ospedale in attesa di cure. Video sui social media mostravano danni a un edificio che ospita diverse ambasciate occidentali. “L’ambasciata USA a Port Vila ha subito danni significativi ed è chiusa – ha affermato un portavoce dell’ambasciata USA a Port Moresby, Papua Nuova Guinea – Siamo vicini a chi è stato colpito e il governo statunitense lavorerà con i partner a Vanuatu”. Il ministero degli Esteri della Nuova Zelanda ha confermato che l’edificio ospita anche l’ufficio dell’Alto Commissariato e le ambasciate di Francia e Regno Unito. “Vanuatu, con circa 330.000 persone su 80 isole, ha subito gravi danni, specialmente a Port Vila, dove edifici sono crollati – ha dichiarato Katie Greenwood della Croce Rossa – È uno dei peggiori disastri che abbia mai visto nel Pacifico”. L’US Geological Survey ha attivato un allarme giallo per i danni economici e le vittime potenziali. Offline i siti web governativi di Vanuatu e i numeri delle agenzie pubbliche, così come i canali social dell’agenzia geologica e dell’ufficio del primo ministro. “Non c’è più minaccia di tsunami”, ha dichiarato il Pacific Tsunami Warning Center, aggiungendo che potrebbero verificarsi lievi fluttuazioni del mare. Gli USA avevano aperto la loro ambasciata a Vanuatu nel mese di luglio come parte di una strategia per rafforzare la presenza diplomatica nel Pacifico, in competizione con la Cina. rima di Vanuatu, gli Stati Uniti avevano aperto ambasciate alle Isole Salomone e a Tonga.