martedì, 17 Dicembre, 2024
Esteri

Bashar Assad: “Evacuato dai russi, non intendevo dimettermi”. Gaza, “Più vicini che mai all’accordo”

Fonti israeliane: “Tregua con Hamas entro il 25 dicembre per la liberazione degli ostaggi”. Israele bombarda Tartus. Netanyahu: “non vogliamo scontro con Siria”.

Bashar al-Assad ha preso parola per la prima volta da quando ha lasciato la Siria in mano alle forze ribelli, con una dichiarazione pubblicata ieri sui social: “La mia partenza dalla Siria non è stata pianificata – ha sostenuto l’ex presidente – al contrario, sono rimasto a Damasco, svolgendo le mie funzioni fino alle prime ore di domenica 8 dicembre 2024.” In questa data, spiega Assad, mentre era nella base russa di Hmeimim, “Mosca ha chiesto al comando della base di organizzare un’immediata evacuazione in Russia. (…) In nessun momento di questi eventi ho preso in considerazione l’idea di dimettermi o di cercare rifugio, né una simile proposta mi è stata fatta da un individuo o da un partito. L’unica linea d’azione era continuare a combattere contro l’assalto dei terroristi”, ha aggiunto.

“Quando lo Stato cade nelle mani del terrorismo e si perde la capacità di dare un contributo significativo – ha concluso Assad – Questo non diminuisce in alcun modo il mio profondo senso di appartenenza alla Siria e al suo popolo. È un’appartenenza piena di speranza che la Siria torni a essere libera e indipendente”.

Israele approva espansione nel Golan e attacca Tartus

Il governo israeliano ha approvato all’unanimità il piano del primo ministro Benjamin Netanyahu di espandere gli insediamenti sulle alture del Golan, appena pochi giorni dopo le assicurazioni che fosse solo una misura temporanea. Il governo ha affermato che la decisione arriva “alla luce della guerra e del nuovo fronte con la Siria” e “per incoraggiare la crescita demografica negli insediamenti” con un piano da 40 milioni di Shekel (oltre 10 milioni di euro). Netanyahu ha sottolineato che “rafforzare il Golan significa rafforzare lo Stato di Israele, il che è vitale, soprattutto nelle circostanze attuali”.

Intanto l’Osservatorio siriano per i diritti umani ha riferito di intensi attacchi aerei messi a segno da Israele contro siti militari nella regione costiera di Tartus, tra cui unità di difesa aerea e “depositi di missili terra-terra”, ha precisato l’ong, che ha definito i raid come “i più violenti avvenuti dal 2012” nella regione costiera siriana, dove si trova una base navale russa.

Netanyahu: “Non vogliamo lo scontro con la Siria, ma è nostra nemica da decenni”

Israele, tuttavia, afferma di non essere interessato a uno scontro con la Siria, e che la sua politica nei confronti di Damasco sarà determinata in base alla situazione sul campo. Lo ha affermato il primo ministro Benjamin Netanyahu, aggiungendo : ” Vi ricordo che la Siria è un nemico attivo di Israele da decenni. Per garantire che quanto accaduto prima non si ripeta mai più, abbiamo intrapreso azioni intensive negli ultimi giorni… Ho ordinato alle Forze di difesa israeliane di neutralizzare qualsiasi potenziale minaccia dalla Siria e impedire l’occupazione di territori vicini ai nostri confini da parte di terroristi. In pochi giorni, abbiamo distrutto le capacità che il regime di Assad stava costruendo da decenni”, ha concluso Netanyahu.

Liberazione degli ostaggi entro il 25 dicembre

Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha riferito ai deputati della Knesset che Israele è più vicina che mai a un accordo per la liberazione degli ostaggi a Gaza, confermando le dichiarazioni riportate dai media di un funzionario israeliano secondo cui l’accordo sugli ostaggi con Hamas sarà probabilmente concluso entro l’Hanukkah che inizia la sera del 25 dicembre. Per ora, tuttavia, i colloqui sono sospesi sul numero di ostaggi da rilasciare in un accordo parziale, secondo Channel 13. Hamas insiste nel rilasciarne molti meno di quanti ne richieda Israele.

Dall’altra parte anche un leader di Hamas ha dichiarato al giornale saudita ‘Asharq News: “Siamo più vicini che mai a raggiungere un accordo per il cessate il fuoco e lo scambio di prigionieri”, sempre che ”Netanyahu non ostacoli l’accordo”. La fonte ha spiegato che Hamas ha presentato una proposta di accordo mostrando una ”grande flessibilità” per arrivare a una ”fine graduale della guerra e a un ritiro graduale delle forze israeliane in base a una tempistica condivisa e alle garanzie dei mediatori internazionali”.

Bombe israeliane sulle scuole-rifugio, almeno 12 morti a Gaza

L’agenzia di difesa civile gestita da Hamas riferisce che un attacco aereo israeliano ha colpito una scuola trasformata in rifugio per i palestinesi sfollati nella Striscia di Gaza meridionale, uccidendo almeno 12 persone, tra cui bambini. Lo riporta il Times of Israel precisando che non ci sono commenti immediati da parte delle Forze di sicurezza israeliane.

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