Si chiama La “VOCE DEI LOCALI DI ROMA”, è un gruppo avviato spontaneamente da Gianfranco Contini, Francesca De Acutis e Augusto Tudini; tre ristoratori romani che si sono fatti carico di aggregare ristoratori, albergatori, bar, artigiani e commercianti prevalentemente del territorio laziale.
La nuova Assiociazione ha inviato una nota di presentazione al Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, al Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, al sindaco di Roma Virginia Raggi
“L’idea – spiegano i promotori – nasce dalla volontà di sostenere un’iniziativa già presente in Lombardia, aggiungendo forze e speranze, a questa battaglia comune, dal momento che questi settori, legati anche al turismo, stanno vivendo una profonda e speriamo non irreversibile crisi. Nel concreto, l’obiettivo è unirsi al grido di disagio dei Lombardi nella lettera al Sottosegretario all’economia e finanza On. Pier Paolo Baretta. La vera forza nasce dalla comunità che coopera. Solo così si potrà dar vita ad una protesta capace di farsi sentire”
La lettera prosegue: “L’iniziativa, essendo libera da qualsiasi colore politico e sindacale, è aperta a tutti. Il programma nascerà dal basso e sarà il frutto di opinioni, proposte e i problemi di chi veramente li sta vivendo, avvalendosi di figure professionali, esperti economisti, giuristi etc. Per dare credibilità al progetto. Attualmente, a meno di una settimana dalla nascita del movimento, si contano già più di 500 persone e 370 aziende aderenti all’iniziativa, traducibili nel reddito di oltre 3 mila famiglie coinvolte. Abbiamo attivato un gruppo Telegram; luoghi dove tutti possono condividere preoccupazioni, pensieri, idee e rimanere sempre aggiornati”.
“Vista l’ultima conferenza-stampa del Presidente del Consiglio (sulla fase-2, la ripartenza – scrivono i promotori – siamo ancora più preoccupati. Si è parlato genericamente di riaperture e non di fondi necessari per riaprire le attività. Se non adotteranno soluzioni immediate e di peso, questo maledetto virus procurerà la morte di un’intera categoria e, a cascata, milioni di famiglie. Chiediamo al Governo, alla Regione e al Comune di Roma di poter essere ascoltati. Anche per scongiurare il rischio che molti di noi possano indebitarsi al punto di finire nella rete degli usurai. Salvare la nostra categoria vuol dire salvare l’Italia”. (Lo_Speciale)