mercoledì, 15 Gennaio, 2025
Attualità

Italia in affanno: industria in calo e troppe auto inquinanti

Produzione industriale stagnante e il record europeo di automobili rallentano la ripresa economica e ambientale

A ottobre 2024, la produzione industriale italiana è rimasta stabile rispetto a settembre. Tuttavia, considerando il periodo agosto-ottobre, si registra una diminuzione dello 0,7% rispetto ai tre mesi precedenti. Questo significa che il settore industriale, nel suo complesso, fatica a riprendere slancio. Rispetto a ottobre 2023, il calo è ancora più evidente: la produzione è scesa del 3,6%, influenzando tutti i principali settori produttivi.

Energia e beni di consumo in ripresa, ma altri settori arrancano

Alcuni comparti industriali mostrano segnali positivi: la produzione di energia, come elettricità o gas, è aumentata dell’1,7%, mentre i beni di consumo, ovvero prodotti destinati alle famiglie come vestiti e alimenti, hanno registrato un incremento dell’1,5%. Tuttavia, i beni intermedi, ovvero i materiali utilizzati per produrre altri oggetti (ad esempio, acciaio o plastica), sono diminuiti dell’1%. Anche i beni strumentali, cioè macchinari e attrezzature utilizzati nell’industria, hanno subito un calo dello 0,2%.

Settori in crescita e in difficoltà

Nonostante il quadro generale, alcuni settori si distinguono per risultati positivi: le industrie alimentari (cibo e bevande) sono cresciute del 3,7%, mentre il comparto dell’energia ha registrato un +1,6%. Tra i settori in crisi, spicca la produzione di mezzi di trasporto (ad esempio automobili), con un calo del 16,4%, e quella di petrolio e derivati, che segna un -15,9%.

Le reazioni: appelli e critiche al Governo

La situazione industriale ha suscitato reazioni preoccupate da parte di politici e associazioni. Stefano Patuanelli, esponente del Movimento 5 Stelle, ha sottolineato come il calo della produzione duri ormai da quasi due anni consecutivi e ha criticato il Governo per non aver adottato misure efficaci. Anche Confindustria, associazione degli imprenditori italiani, è stata accusata di non aver preso posizione sulla crisi.

La Confederazione Nazionale dell’Artigianato (Cna) ha lanciato un appello affinché il Governo coinvolga le piccole e medie imprese in azioni concrete per sostenere la produzione, proponendo incentivi per l’innovazione e la produttività. Infine, il Codacons, associazione a tutela dei consumatori, ha attribuito parte del problema al calo dei consumi delle famiglie, che riduce le vendite e frena la crescita economica.

Indicatori del traffico: l’Italia e il record di auto

Parallelamente al quadro industriale, emergono dati significativi anche sul traffico veicolare. Secondo l’Istat, nel 2023 l’Italia ha raggiunto il più alto tasso di motorizzazione dell’Unione Europea, con 694 automobili ogni 1.000 abitanti, rispetto alla media europea di 571. Questo significa che gli italiani possiedono più auto rispetto agli altri paesi europei.

Nonostante questo primato, la diffusione di auto elettriche è molto lenta: solo lo 0,6% delle auto nei capoluoghi italiani è completamente elettrico. Le auto ibride, che combinano un motore elettrico con uno tradizionale, rappresentano invece il 6,9% del totale. Le auto a benzina e diesel, più inquinanti, continuano a dominare, anche se il loro numero diminuisce molto lentamente.

Un problema ambientale e territoriale

La crescita del numero di automobili crea problemi sia ambientali che urbani, aumentando il traffico e l’inquinamento. Le città del Sud Italia, in particolare, soffrono di un maggior impatto, evidenziando un divario rispetto al Nord del Paese, dove la transizione verso tecnologie più pulite è più rapida.

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