“Un’avvocatura protagonista delle transizioni in corso, capace di preservare i valori umani e costituzionali e di promuovere un sistema di giustizia inclusivo, equilibrato e sostenibile.” È questo l’invito rivolto agli avvocati da Giovanni Maria Flick, Presidente emerito della Corte Costituzionale, durante l’evento celebrativo dei 150 anni dell’Ordine degli Avvocati organizzato dal Consiglio Nazionale Forense a Roma. Nella sua lectio magistralis, Flick ha delineato le sfide future per l’avvocatura italiana, evidenziando il ruolo cruciale dello sviluppo sostenibile, sancito dalla recente riforma costituzionale. “L’avvocatura – ha affermato – deve cogliere l’importanza di questo principio sia nell’esercizio della sua funzione sociale, come impegno a una maggiore conoscenza dei valori fondanti della Costituzione e dell’equilibrio fra diritti e doveri, sia nelle sue prestazioni professionali, soprattutto nei settori dell’ambiente e dell’impresa”.
Frammentazione normativa
Riflettendo sul ruolo dell’Unione europea, Flick ha denunciato la frammentazione normativa e l’eccessiva burocrazia che ne compromettono l’efficienza. “Si continua a ragionare con logiche nazionali, favorendo duplicazioni e sprechi, anziché attraverso un disegno unitario dell’Unione e del mercato unico”, ha dichiarato. Ha inoltre sottolineato l’urgenza di affrontare il divario tra i principi di accoglienza e di uguaglianza e dignità, in particolare rispetto al fenomeno migratorio, che oggi rappresenta una sfida globale. La protezione dei diritti delle future generazioni è stata un altro tema cardine del discorso di Flick. “Gli avvocati devono confrontarsi con questioni nuove e fondamentali: i diritti di chi non è ancora nato, i diritti dei bambini e dei giovani già oggi esposti ai rischi del cambiamento climatico e l’equilibrio tra queste categorie. Inoltre, è necessario tutelare i più fragili: donne, migranti, detenuti e anziani”.
Giustizia e tecnologia
Sottolineato anche il rapporto tra giustizia e tecnologia. Flick ha messo in guardia contro il rischio di “algocrazia”, ovvero il predominio degli algoritmi nei processi decisionali, sottolineando l’importanza di mantenere una “riserva di umanità” nei procedimenti giuridici. “Occorrono prudenza e formazione digitale per giudici, pubblici ministeri e avvocati, insieme a una tutela costante dei diritti umani e alla garanzia della dimensione umana della giustizia”, ha ribadito. Concludendo il suo intervento, Flick ha auspicato una giustizia equilibrata, frutto della collaborazione tra avvocati e magistrati. “La professionalità, il rigore etico e le responsabilità di giudici e avvocati sono eguali e comuni. Questo giustifica e richiede la partecipazione dell’avvocatura al governo autonomo della magistratura e all’organizzazione degli uffici giudiziari. La responsabilità sociale è parte integrante della professione forense: difendere i diritti umani e tutelare la collettività è un dovere che si affianca a quello verso il cliente. Tuttavia, ciò non significa ‘funzionalizzare’ al perseguimento di fini sociali la professione, che è e resta una, anzi la prima professione liberale”.