La Corte Costituzionale della Romania ha annullato il primo turno delle elezioni presidenziali del 2024, inizialmente vinto dal candidato di estrema destra Calin Georgescu, a causa di presunte interferenze russe. Ciò cancella il previsto ballottaggio contro la centrista Elena Lasconi. La corte ha basato l’annullamento sull’articolo 146(f) della Costituzione, evidenziando la necessità di un processo elettorale corretto. La decisione, definitiva e vincolante, richiede al governo di riprogrammare le elezioni. Questo sviluppo segue un ciclo elettorale complicato, con un riconteggio dei voti già ordinato e timori di interferenze straniere. Documenti del Consiglio di sicurezza rumeno hanno indicato “attacchi ibridi aggressivi russi”, con Georgescu che ha beneficiato di interferenze su TikTok tramite algoritmi e account coordinati. Un documento dell’intelligence rumena ha riportato oltre 85.000 tentativi di attacchi su siti elettorali, suggerendo risorse tipiche di uno stato attaccante. Queste rivelazioni hanno spinto il Dipartimento di Stato americano a esprimere preoccupazione, evidenziando che un allontanamento dall’Occidente avrebbe conseguenze sulla sicurezza tra Stati Uniti e Romania. Georgescu, 62 anni, ha sorpreso con il 22,9% dei voti contro il 19,2% di Lasconi. Pur non dichiarandosi filo-russo, ha descritto l’Ucraina come “stato inventato” e ha proposto una strategia di “pace con tutti”. Un funzionario rumeno ha affermato che una vittoria sarebbe stata “un trionfo straordinario per Putin” e avrebbe “annullato i progressi rumeni”. Georgescu ha incentrato la campagna sull’aumento del costo della vita e ha promesso di porre fine al sostegno all’Ucraina. Lasconi, del partito Unione per la Salvezza della Romania (USR), ha promosso una rotta filo-occidentale. L’annullamento delle elezioni è seguito a una protesta a Bucarest, con sostenitori filo-occidentalu contro l’estrema destra e un piccolo gruppo a favore di Georgescu.