Continuano le proteste, in Georgia, contro la sospensione dei negoziati di adesione all’UE. La presidente filo-occidentale, Salome Zourabichvili, ha affermato che resterà in carica fino alle prossime elezioni parlamentari, criticando il parlamento, in sintonia con l’opposizione, per presunte frodi elettorali. Le proteste a Tbilisi, giunte al terzo giorno, vedono la polizia antisommossa usare gas lacrimogeni e idranti per disperdere i manifestanti. Proteste si sono svolte anche a Batumi, Kutaisi, Zugdidi e altrove. Zourabichvili ha affermato: “Offro stabilità per la transizione, perché la piazza chiede nuove elezioni per il percorso europeo”. Molti dipendenti pubblici si oppongono alla sospensione dei negoziati con l’UE, ritenendola contro gli interessi nazionali. Anche ambasciatori in Bulgaria, Paesi Bassi e Italia si sono dimessi. Gli Stati Uniti hanno sospeso la partnership strategica con la Georgia, citando azioni antidemocratiche. Dal 2012, nel Paese governa il partito “Sogno Georgiano”, accusato di essere filorusso. Il primo ministro Irakli Kobakhidze ha rinviato la questione dell’adesione all’UE al 2028. Di conseguenza, scrittori e giornalisti protestano contro l’emittente pubblica, accusandola di essere influenzata dal governo. Quattro coalizioni di opposizione, con seggi parlamentari, chiedono nuove elezioni sotto supervisione internazionale. Gli Stati Uniti hanno criticato l’uso eccessivo della forza, esortando alla pace. “Il popolo georgiano sostiene l’integrazione europea”, ha detto il Dipartimento di Stato. Dopo le proteste del 29 novembre a Tbilisi, sono state arrestate 150 persone.