Richard Moore, capo del servizio segreto britannico noto come MI6, ha affermato in un discorso tenuto venerdì a Parigi che se Putin riuscisse a ridurre l’Ucraina a uno Stato vassallo, non si fermerebbe qui. “La nostra sicurezza – britannica, francese, europea e transatlantica – sarà messa a repentaglio”. “Abbiamo recentemente scoperto una campagna di sabotaggio russo in Europa impensabilmente spregiudicata, proprio mentre Putin e i suoi seguaci ricorrono alla minaccia nucleare per seminare la paura delle conseguenze di un aiuto all’Ucraina”. Il costo del sostegno all’Ucraina è ben noto, ha detto, ma ha aggiunto: “Il costo di non farlo sarebbe infinitamente più alto. Se Putin avesse successo, la Cina ne sopporterebbe le implicazioni, la Corea del Nord ne uscirebbe rafforzata e l’Iran diventerebbe ancora più pericoloso”.
La Germania si attrezza contro i sabotaggi russi in vista delle elezioni
Sulla stessa linea, l’agenzia di intelligence nazionale tedesca (BfV) ha istituito una task force per contrastare eventuali tentativi di influenze straniere sulle prossime elezioni federali, dopo aver avvertito il mese scorso di un aumento dello spionaggio e del sabotaggio sponsorizzato dalla Russia. Secondo il BfV potrebbero essere messi in atto tentativi di disinformazione, cyberattacco, spionaggio o sabotaggio in vista del voto previsto per il 23 febbraio dopo il crollo della coalizione del Cancelliere Olaf Scholz . “Sullo sfondo della guerra di aggressione russa contro l’Ucraina, la Russia ha probabilmente il più grande e ovvio interesse a influenzare le elezioni a proprio favore”, ha dichiarato il BfV in un comunicato, sottolineando che sta tenendo d’occhio anche altri attori che potrebbero cercare di sostenere attivamente singoli candidati o partiti o screditare altri candidati e partiti o lo stesso processo democratico.
Ucraina, nuovi attacchi e centrali nucleari a regime ridotto
Intanto continua la guerra delle infrastrutture. Giovedì mattina le tre centrali nucleari operative dell’Ucraina hanno ridotto la produzione di elettricità come misura precauzionale a seguito degli attacchi alle infrastrutture energetiche del paese, che hanno ulteriormente messo a repentaglio la sicurezza nucleare. Lo ha annunciato giovedì Rafael Mariano Grossi, direttore generale dell’Aiea: “Per la seconda volta in meno di due settimane, le centrali nucleari di Khmelnytskyi, Rivne e dell’Ucraina meridionale hanno abbassato i loro livelli di potenza come misura precauzionale durante le diffuse attività militari nel paese, mentre gli allarmi antiaerei risuonavano nei tre siti”.
Colpito un deposito di petrolio nella regione di Rostov in Russia
Venerdì l’esercito ucraino da parte sua ha colpito il deposito di petrolio Atlas nella regione russa di Rostov, causando un incendio. “Atlas fa parte del complesso militare-industriale russo che fornisce prodotti petroliferi all’esercito russo”, si legge in una dichiarazione militare su Telegram. L’Ucraina ha anche colpito una stazione radar di un sistema di difesa aerea russo Buk nella regione meridionale di Zaporizhzhia.
Kiev incalza la Nato: il 3-4 dicembre approvate l’invito ad aderire
Il ministro degli Esteri ucraino Andrii Sybiha ha esortato le sue controparti della Nato a rivolgere a Kyiv l’invito ad aderire all’alleanza militare occidentale nel corso di un incontro che si terrà a Bruxelles la prossima settimana: “Vi esorto ad approvare la decisione di invitare l’Ucraina ad unirsi all’Alleanza come uno dei risultati della riunione dei ministri degli Esteri della Nato del 3-4 dicembre 2024”, ha scritto Sybiha.
Cremlino: non ci sono le condizioni per una forza di peacekeeping in Ucraina
Ieri il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, commentando alla stampa la dichiarazione dell’intelligence russa secondo cui l’Occidente vorrebbe dispiegare in Ucraina circa 100.000 peacekeeper ha dichiarato: “L’invio di peacekeeping è possibile solo con il consenso delle parti in conflitto”, ha detto Peskov, aggiungendo che “per favorire una traiettoria di accordo dobbiamo affrontare le cause alla radice di questo conflitto”. “È tutto molto più profondo di una decisione di inviare una missione di peacekeeping”, ha rimarcato Peskov, citato dalle agenzie di stampa russe.
Antonio Costa si insedia al Consiglio europeo: “La pace in Ucraina non può premiare l’aggressore”
“La pace non può significare capitolazione. La pace non deve premiare l’aggressore. La pace in Ucraina deve essere giusta; deve essere duratura e deve basarsi sul diritto internazionale”. Lo ha detto il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa nel suo discorso di insediamento allo Justus Lipsius. “Viviamo in un mondo multipolare” nel quale “insieme dobbiamo tessere una rete globale. Dobbiamo abbandonare concetti come Sud globale o Nord globale. L’azione esterna dell’Ue deve riconoscere che sia il Sud che il Nord sono, di fatto, plurali. Ciò significa anche che l’Unione europea deve essere un partner per un futuro globale, multilaterale, sostenibile e pacifico”, ha sottolineato Costa parlando davanti allo staff del Consiglio europeo.