L’esercito israeliano ha accusato Hezbollah di aver violato più volte l’accordo di cessate il fuoco da quando è entrato in vigore mercoledì, ma allo stesso tempo Hezbollah ha accusato Israele di sparare sui civili che tornano ai loro villaggi bombardati nel sud. Lo ha dichiarato Hassan Fadlallah, membro di Hezbollah nel parlamento libanese: “Il nemico israeliano sta attaccando coloro che tornano ai villaggi di confine”, ha detto ai giornalisti dopo una sessione parlamentare: “Oggi ci sono violazioni da parte di Israele, anche in questa forma”. Anche l’esercito libanese ha accusato Israele, che ha compiuto un raid aereo contro una base Hezbollah nel Libano meridionale, di aver “violato ripetutamente l’accordo di cessate il fuoco”.
Idf: “Applicheremo il cessate il fuoco ma siamo pronti a tornare all’attacco”
Intanto sono stati schierati soldati israeliani per impedire ad altri membri della milizia di avanzare nel Libano meridionale. In questo contesto tesissimo, l’Idf ha dichiarato che farà rispettare”in modo aggressivo” l’accordo di cessate il fuoco in Libano, e “alle condizioni da noi stabilite”. Lo ha scritto su Telegram il generale Ori Gordin, comandante del gruppo settentrionale: “Abbiamo intenzione di liberare l’intera area dalle capacità di Hezbollah e certamente dalle sue armi, questa è la nostra missione”. “Se faranno un errore, sarà un errore grave – ha aggiunto Gordin -. Siamo pronti a tornare all’attacco e a tornare a combattere”.
Netanyahu: “Guerra massiccia se Hezbollah viola cessate fuoco”
Posizione ribadita ieri dal primo ministro Benjamin Netanyahu in un’intervista per la tv israeliana Channel 14: “Colpiremo Hezbollah con un colpo fatale e creeremo le condizioni per il ritorno dei nostri residenti nel nord”. La prospettiva di Israele insomma va ben oltre la tregua: “Se necessario, ho dato una direttiva all’esercito affinché si prepari nel caso in cui si verificasse una violazione dell’accordo di cessate il fuoco, di far scattare una guerra massiccia”. “Hamas sperava che gli Houthi sarebbero venuti a salvarli, ma non è successo”, ha continuato.”Non esiste Hezbollah. Ecco perché penso che le condizioni siano cambiate molto in meglio per Israele”.
Netanyahu: “Sì a una tregua a Gaza, ma no alla fine della guerra”
Riguardo la striscia, Netanyahu ha detto che accetterebbe una pausa nella guerra a Gaza, durante la stessa intervista: “Sono pronto per un cessate il fuoco in qualsiasi momento”, ma ha aggiunto che non accetterà invece la fine delle ostilità, una richiesta fondamentale di Hamas. Senza entrare nei dettagli, Netanyahu ha detto che Israele sta facendo “molte, molte cose” per cercare di raggiungere un accordo. Ma le condizioni in Libano, ha ribadito, sono diverse da quelle a Gaza in quanto Israele sta cercando di distruggere Hamas, mentresemplicemente impedisce a Hezbollah di riarmarsi. Se Israele può impedire il contrabbando di armi in Libano bombardando i valichi di frontiera e colpendo la Siria, ciò non può accadere a Gaza, perché Israele non attaccherà l’Egitto. Pertanto, Israele intende mantenere il controllo sul corridoio di Filadelfia, al confine tra Egitto e Gaza.
A Gaza 33 morti nelle ultime 24 ore, droni sparano ai paramedici, attacco in Cisgiordania
Almeno 33 palestinesi sono rimasti uccisi nelle ultime 24 ore nella Striscia di Gaza, dove si contano 44.363 morti dall’inizio del conflitto. Lo ha riferito ieri il ministero della Sanità dell’enclave palestinese controllata da Hamas. L’esercito israeliano ha anche bombardato un edificio di cinque piani a Al-Zaytoun, a sud di Gaza City, dove è rimasto ucciso un ragazzo e “diverse persone” sono rimaste ferite. Stando ai testimoni, dopo l’attacco sarebbero sopraggiunti droni armati dell’esercito che avrebbero iniziato a sparare contro paramedici e soccorritori giunti sul luogo del disastro. Contemporaneamente otto israeliani sono rimasti feriti, tre dei quali gravemente in un attacco a colpi di arma da fuoco contro un autobus in Cisgiordania. L’attacco è stato rivendicato dalle Brigate al Qassam, l’ala militare di Hamas.
‘Emigrazione volontaria’ da Gaza
Hanno destato polemiche le parole del ministro delle Finanze Bezalel Smotrich che, nel corso di una conferenza a inizio settimana coi rappresentanti degli insediamenti israeliani in Cisgiordania, ha incoraggiato la possibilità di “occupare Gaza e dimezzare la popolazione entro due anni”. La Striscia, prima del 7 ottobre 2023, contava 2 milioni e duecentomila persone. Secondo il Times of Israel: “i critici della ‘teoria dell’emigrazione volontaria’ propagandata anche dal collega di estrema destra di Smotrich e il ministro per la Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir, hanno sostenuto che si tratta di un eufemismo per lo sfollamento forzato – un crimine di guerra”. Food for Gaza. Tajani: “Pronti altri aiuti per Gaza” “Lunedì sarò al Cairo per partecipare a una Conferenza sulla ricostruzione a Gaza, ma non si può fare ricostruzione se prima non ci si occupa della sopravvivenza della popolazione civile”, ha annunciato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani al XXII Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione della Coldiretti, che ha ringraziato per la “straordinaria collaborazione” per l’arrivo in Giordania di 20 tonnellate di aiuti alimentari e altre 20 di materiale sanitario nell’ambito del progetto Food for Gaza, un progetto della Farnesina in collaborazione con il Programma alimentare mondiale (Wfp). Un “gesto di solidarietà da parte di quanti hanno aderito a questo progetto di pace”, ha proseguito Tajani: “Non possiamo permettere che bambini e persone muoiano di fame”.
Liliana Segre scrive al Corriere: “A Gaza non è genocidio ma crimini guerra”
“A Gaza non ricorrono nessuno dei due caratteri tipici dei principali genocidi generalmente riconosciuti come tali, mentre sono piuttosto evidenti crimini di guerra e crimini contro l’umanità, commessi sia da Hamas e dalla Jihad, sia dall’esercito israeliano”. Lo ha scritto ieri la senatrice a vita Liliana Segre sul Corriere della Sera, sottolieando una importante distinzione giuridica.