Dopo i recenti e tragici eventi in Emilia-Romagna e, più di recente, il disastro dell’alluvione di Valencia è stato senz’altro un segnale molto importante l’annuncio del varo del Decreto attuativo da parte dei ministeri competenti (Economia e Imprese) dell’obbligo di assicurazione degli immobili delle imprese sulle catastrofi naturali, che scatterà il 1° gennaio prossimo.
L’impegno delle Assicurazioni
Il testo del Dm, migliorato rispetto alle bozze circolate nei mesi scorsi, è il risultato di un lungo e complesso lavoro per rendere sostenibile da parte delle aziende assicuratrici l’obbligo a contrarre. La legge infatti prevede la compartecipazione pubblico-privato, col sostegno riassicurativo che la Sace è autorizzata a concedere, sino a 5 miliardi di euro, stipulando con gli assicuratori una convenzione da approvare con l’entrata in vigore del Dm. In effetti il Decreto ministeriale potrà rappresentare un vero e proprio strumento di pedagogia sociale, prevedendo la proporzionalità alla diversa entità di rischio. Inoltre è importante anche la previsione secondo la quale le assicurazioni, che dovranno offrire la copertura, sono solo quelle già attive nel settore (a livello singolo o di gruppo) e già stipulino polizze a copertura dei medesimi danni oggetto di copertura obbligatoria. Tutte le altre compagnie potranno assicurare questo tipo di rischi, ma non saranno obbligate a farlo. L’obbligo a contrarre oltretutto sarà commisurato all’effettiva capacità di solvibilità di ogni singola impresa.
Una svolta utile e necessaria
Con questo decreto si inizia a dare risposte ad una situazione che ci vede in posizioni di retroguardia ove si pensi che solo il 6% delle 35,3 milioni di unità abitative esistenti ha infatti una copertura assicurativa contro questi eventi, nonostante l’80% delle abitazioni civili sia esposto a un livello di rischio medio- alto dal punto di vista sismico e di dissesto idrogeologico. Per quanto riguarda le aziende, solo il 5% ha una copertura assicurativa. Sul complesso di oltre 4,5 milioni di aziende italiane, è infatti assicurato contro le catastrofi il 4% delle imprese micro, il 19% di quelle piccole, il 72% delle medie e il 97% delle grandi.
La proposta del ministro Urso
Su questa linea si era mosso il Ministro del Made in Italy, Adolfo Urso, orientato da sempre ad introdurre per le imprese una copertura assicurativa anticatastrofi. Impegno che è stato assolto come dimostra il Dm attuativo di cui abbiamo accennato.
Ed anche il Ministro per la protezione civile e per le politiche del mare, Nello Musumeci nel corso della Conferenza internazionale a lato del G7, a presidenza italiana: “Disaster risk financing the role of insurrance for new public-private partnership” organizzata a Roma dall’ANIA aveva dichiarato: “E’ finito il tempo in cui lo Stato poteva intervenire ed erogare risorse per tutti e per sempre. La prevenzione non può essere solo a carico delle istituzioni, ma di ciascun cittadino che deve essere consapevole e adeguare ogni iniziativa per ridurre l’esposizione del rischio propria e dei propri beni”, assicurando che: “prima o poi arriveranno all’obbligo di sottoscrivere una polizza contro i rischi naturali”.
In effetti il ministro non fece altro che osservare la realtà, che è quella che è sotto gli occhi di tutti proprio in questi giorni, con l’Emilia-Romagna – e non solo – costretta, nuovamente a contare i danni per l’ultima ondata di pioggia, che ha portato allo straripamento diversi fiumi con migliaia di sfollati.
Superare le perplessità
Non si comprendono perciò le perplessità di chi trova non solo problematico, ma addirittura negativa questa prospettiva, considerando il costo della polizza anti catastrofi un’ulteriore peso contributivo per imprese e qualora venisse allargata ai privati per le singole abitazioni, anche per le famiglie. Come se tutti i costi degli indennizzi derivati dalle catastrofi naturali non finissero poi per gravare su tutti i contribuenti, tramite la fiscalità generale.
Eppure dal 2010 al 2023 la spesa per i danni da dissesto idrogeologico ha toccato i 46 miliardi, raggiungendo i 3,3 miliardi di euro in media all’anno. E’ questo il costo delle emergenze che hanno colpito l’Italia da Nord a Sud. E solo nel 2023 durante il quale le alluvioni in Emilia-Romagna e in Toscana e il maltempo di luglio in Lombardia e Veneto hanno causato danni assicurati per circa quattro miliardi.
Le sfrutta giusta del Governo
Ora finalmente il governo, questo governo, non vuole mettere la testa sotto la sabbia e vuole veramente affrontare e tentare di risolvere i problemi concreti degli italiani. E vuole muoversi nella logica dell’alleanza tra pubblico e privato.