martedì, 26 Novembre, 2024
Attualità

L’ira di Mattarella: “Contro la violenza sulle donne non è stato fatto abbastanza”

Meloni: “Una piaga sociale e culturale”. Salvini: “Va riconosciuta l’incidenza dell’immigrazione clandestina”

“Non è stato fatto abbastanza per contrastare la violenza contro le donne”. Sono state parole chiare quelle formulate ieri da Sergio Mattarella in occasione della Giornata mondiale contro la violenza di genere. Un vero monito quello del Presidente della Repubblica che va interpretato come un richiamo a intensificare gli sforzi su un fronte ancora segnato da episodi drammatici e crescenti. Il Capo dello Stato ha detto di come la violenza contro le donne presenti numeri “allarmanti” e sia radicata in disuguaglianze di genere, stereotipi e culture che minimizzano o tollerano gli abusi: “È un comportamento che non trova giustificazioni”, ricordando che spesso questa violenza si consuma nell’ambito familiare, luogo che dovrebbe rappresentare sicurezza e protezione.

Mattarella nel suo messaggio ha richiamato l’attenzione sulla Convenzione di Istanbul, adottata dal Consiglio d’Europa e ratificata dall’Italia nel 2013: è il primo trattato internazionale a riconoscere la violenza di genere come una violazione dei diritti umani e rappresenta uno strumento giuridico fondamentale per prevenire e combattere la violenza contro le donne e quella domestica. Ma il Presidente ha sottolineato ancora una volta che “quanto fatto finora non è sufficiente”.

Il diritto alla vita

Il richiamo del Capo dello Stato è andato oltre le statistiche, evidenziando l’umanità delle vittime: “Si tratta di madri, sorelle, figlie, persone con sogni e progetti che vedono violato il diritto di vivere una vita libera e dignitosa”. Parole che evocano l’universalità del dramma e la necessità di agire non solo per dovere istituzionale, ma per un imperativo morale. Poi richiamando il tema proposto dalle Nazioni Unite per la giornata odierna, ‘Nessuna scusa’, Mattarella ha ribadito che non esistono giustificazioni accettabili per la violenza di genere. L’invito del Presidente è chiaro: occorrono azioni concrete per prevenire, proteggere e punire. Le istituzioni e le forze della società civile devono lavorare congiuntamente per sradicare pregiudizi e atteggiamenti discriminatori.

Il Presidente ha concluso con un messaggio che punta al cuore del problema: la parità di genere e la tutela dei diritti delle donne non riguardano solo le vittime, ma rappresentano un valore per l’intera società. Garantire pienamente i diritti umani delle donne significa costruire una comunità più giusta, libera e prospera.

Le attività del governo

Ha invece affidato a un messaggio su X il proprio pensiero il Premier Giorgia Meloni, offrendo un forte appello alla riflessione e all’azione per combattere quella che ha definito una “piaga sociale e culturale”. “La cronaca dei nostri giorni ci ricorda che esistono ancora troppi casi di violenza e femminicidi”, ha detto. “È una piaga che non ci consente di voltare lo sguardo dall’altra parte, ma ci spinge a riflettere e ad agire con ogni azione possibile per tutelare le vittime dall’abominio della violenza”.Meloni ha sottolineato come il suo esecutivo, sin dall’inizio del mandato, abbia adottato strumenti volti al contrasto, alla prevenzione e alla sicurezza contro la violenza di genere: “Un lavoro che deve proseguire nella consapevolezza che il contributo di ciascuno di noi può fare la differenza”. Tra le misure messe in campo si annoverano iniziative di sensibilizzazione, il rafforzamento delle tutele legali per le vittime, e la promozione di protocolli educativi volti a prevenire la violenza già a partire dalle scuole.

Il messaggio del Presidente del Consiglio si è proseguito con un invito alla solidarietà e al coraggio: “Lo dobbiamo fare nel nome di tutte coloro che oggi non sono più con noi: mamme, sorelle, figlie, amiche”. Ha inoltre ricordato l’importanza del numero antiviolenza 1522, attivo 24 ore su 24, che offre supporto immediato per parlare, denunciare e ricevere aiuto: “Ogni voce che si alza contro la violenza è un passo verso una società più sicura e libera dalla paura. Ricordate: non siete sole”.

Ma Meloni ha rilasciato sul tema anche alcune dichiarazioni al settimanale ‘Famiglia Cristiana’, con parole che hanno fatto rumore: il punto centrale dell’intervista è stato il contrasto all’immigrazione illegale di massa. Per il Premier, secondo i dati, “c’è una maggiore incidenza nei casi di violenza sessuale da parte di persone immigrate, soprattutto illegalmente. Quando non hai niente, si produce una degenerazione che può portare a comportamenti pericolosi”. Il Primo Ministro Meloni ha anticipato possibili critiche alle sue affermazioni, dicendo: “Adesso verrò definita razzista, ma il problema esiste ed è evidente”. Ha poi chiarito che, in questo contesto, il lavoro del governo si concentra su una strategia “securitaria”, piuttosto che culturale: “Bisogna garantire la presenza delle forze dell’ordine”.

La visione di Salvini

Sul tema è intervenuto anche il Vicepremier Matteo Salvini che ha condiviso sui social un messaggio che unisce il ricordo delle vittime e un appello politico. Il leader della Lega ha ribadito la necessità di un impegno collettivo e senza ipocrisie contro la violenza di genere, sottolineando il ruolo centrale della prevenzione e della sicurezza, ma anche mettendo in evidenza il legame tra i femminicidi e l’immigrazione non regolamentata, così come ha detto Meloni. Nel suo post, Salvini ha ricordato alcune delle vittime di femminicidio che hanno segnato le cronache recenti, citando nomi come Saman Abbas, Giulia Cecchettin, Pamela Mastropietro e molte altre donne brutalmente uccise. “A loro e a tutte le vittime innocenti va il nostro pensiero e la nostra preghiera”.

Salvini ha voluto sottolineare i risultati legislativi raggiunti dalla Lega, citando in particolare il Codice Rosso, una legge voluta dal partito insieme a Giulia Bongiorno. Questa normativa ha introdotto misure rapide e severe per la protezione delle vittime di violenza e per la punizione degli aggressori. Ma il Ministro dei Trasporti ha aggiunto che il lavoro legislativo da solo non basta: “Difendere le ragazze significa anche riconoscere l’inevitabile e crescente incidenza degli aggressori stranieri”.

Impegno collettivo

Un messaggio è arrivato anche dal Presidente del Senato Ignazio La Russa, parlando della necessità di un impegno collettivo e di un profondo cambiamento culturale per affrontare questa drammatica piaga sociale. Secondo La Russa, il vero antidoto alla violenza di genere risiede in un radicale cambiamento culturale. “È imprescindibile agire con determinazione attraverso iniziative educative, il sostegno alle famiglie e un’azione costante e coordinata”, ha sottolineato, ponendo l’accento sull’importanza di radicare il rispetto verso le donne come “un pilastro inderogabile della nostra convivenza civile”.

Proprio nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, la giustizia italiana ha emesso un verdetto esemplare: Alessandro Impagnatiello, 31 anni, è stato condannato all’ergastolo con isolamento per aver brutalmente ucciso la compagna Giulia Tramontano. Il delitto, avvenuto il 27 maggio 2023 a Senago, nel Milanese, ha sconvolto l’intero Paese per la sua efferatezza e il contesto drammatico in cui si è consumato: Giulia, 29 anni, era incinta al settimo mese.

Sempre ieri il Pm ha chiesto il carcere a vita per Filippo Turetta, l’omicida della compagna Giulia Cecchettin.

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