domenica, 24 Novembre, 2024
Società

Crosetto: “Non credo che Putin voglia allargare la guerra ad altri Paesi”

Ucraina, il Vicecapo del Consiglio di sicurezza russoMedvedev: “La guerra finirà se la Nato smette di soffiare sul fuoco”. Rutte incontra Trump

La guerra in Ucraina ha raggiunto ieri il giorno 1.004, segnando nuovi sviluppi sul fronte militare e diplomatico. Nonostante le continue tensioni e le battaglie cruente, il Ministro della Difesa Guido Crosetto si è detto scettico sull’intenzione del Presidente russo Vladimir Putin di estendere il conflitto ad altri Paesi: “Non credo che voglia allargare la guerra ad altri. Certo, bisogna sempre preoccuparsi di chi ha già deciso di attraversare i confini di uno Stato sovrano con i propri carri armati”. Crosetto ha detto la sua anche secondo quanto riportato dalla Cnn, e che cioè la presenza di truppe nordcoreane a Mariupol e nella regione di Kharkiv, schierate al fianco delle forze russe. Per il titolare della Difesa La partecipazione di circa 10.000 soldati nordcoreani evidenzia un crescente supporto internazionale a Mosca da parte di regimi autoritari, un fatto “grave”, lamentando come se ne parli ancora troppo poco. “La vera questione – ha aggiunto Crosetto – non è solo il proseguimento della guerra, ma il contesto internazionale che la sostiene, come dimostrano le truppe nordcoreane. Questo crea scenari inquietanti e pone sfide serie alla stabilità geopolitica”.

“Basta soffiare sul fuoco”

Da segnalare le dichiarazioni di ieri rilasciate dal Vicecapo del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev al canale televisivo saudita al-Arabiya. In pratica ha detto che il blocco militare occidentale avrebbe la possibilità di contribuire alla fine della guerra, ma solo a condizione che “smetta di soffiare sul fuoco” sostenendo Kiev. Medvedev ha sottolineato poi che la conclusione del conflitto potrebbe avvenire “senza alcun costo per l’umanità”, almeno senza ulteriori sofferenze, se la Nato adottasse un approccio più realistico. “Se il blocco dell’Alleanza atlantica si pone sul piano della realtà, se smette di soffiare sul fuoco della guerra in Ucraina, questo conflitto può essere concluso senza nuovi costi”, ha dichiarato il politico russo. Nell’intervista, Medvedev ha affrontato anche il delicato tema dell’uso di armi nucleari, definendolo una “opzione estrema”. Pur riconoscendo l’esistenza di rischi elevati, ha spiegato che la decisione spetta esclusivamente al comandante supremo in capo, ossia il Presidente Putin: “I rischi sono elevati, ma ciò non significa che siano irreversibili”.

Proprio ieri il Segretario generale della Nato, Mark Rutte, ha incontrato il Presidente eletto americano, Donald Trump, con il quale ha avuto dei colloqui in Florida sui “problemi di sicurezza globale che l’alleanza deve affrontare”, ha dichiarato la portavoce Nato Farah Dakhlallah, precisando che l’incontro è avvenuto a Palm Beach.

L’avanzata prosegue

Intanto ieri il ministero della Difesa russo ha annunciato la conquista del villaggio di Novodmytrivka, situato nel Donetsk, una delle regioni più contese del conflitto. Secondo il Ministro Andrei Belousov, l’avanzata delle truppe di Mosca si sta accelerando, con progressi giornalieri stimati in 200-300 metri nella direzione di Kurakhovo, un importante centro industriale. In un video diffuso dai media russi, Belousov è stato ripreso mentre appone medaglie in un comando non precisato del fronte ucraino.Nel frattempo, l’esercito ucraino mantiene il controllo di circa 800 chilometri quadrati di territorio russo nella regione di Kursk. Kiev non intende ritirarsi da queste aree, considerandole strategiche per mantenere la pressione sulle linee nemiche e per prolungare il conflitto lontano dalle proprie città principali.

Le perdite

Di certo le perdite umane continuano a essere drammatiche su entrambi i fronti. Nelle ultime 24 ore, Kiev ha dichiarato che le forze russe hanno perso 1.420 soldati, portando il totale delle perdite dall’inizio dell’invasione, nel febbraio 2022, a quasi 730.000 unità. Mosca, d’altro canto, ha ribadito che le operazioni in corso stanno “stroncando sul nascere” le possibilità di successo delle forze ucraine per il 2025, senza però fornire ulteriori dettagli sulle proprie perdite.

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