lunedì, 25 Novembre, 2024
Esteri

Corte penale internazionale, mandati di arresto per il premier israeliano Netanyahu, l’ex ministro Gallant e il capo di Hamas, Mohammed Deif

L’ira di Tel Aviv: decisione disgustosa e antisemita. I Paesi Bassi ribadiscono la collaborazione con la Cpi

I Paesi Bassi eseguiranno il mandato d’arresto della Corte penale internazionale contro il premier israeliano Benyamin Netanyahu, l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant e il leader di Hamas Deif (che Israele ritiene però di aver ucciso). Lo ha detto il ministro degli esteri olandese Caspar Veldkamp. “I Paesi Bassi collaborano pienamente con la Cpi”, ha affermato il ministro, citato dall’agenzia Anp. I 124 stati che aderiscono alla Cpi hanno l’obbligo di eseguire i mandati di arresto sul loro territorio, qualora Netanyahu o Gallant si recassero in questi paesi, rendendo di fatto quasi impossibile per loro viaggiare all’estero.

Netanyahu: scelta antisemita

“La decisione antisemita della corte penale internazionale equivale al moderno processo Dreyfus, e finirà così. Israele respinge con disgusto le azioni e le accuse assurde e false contro di lui da parte della Corte penale internazionale, che è un organismo politico parziale e discriminatorio”, dichiara una nota dell’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu. “Non c’è niente di più giusto della guerra che Israele conduce a Gaza dal 7 ottobre 2023, dopo che l’organizzazione terroristica Hamas ha lanciato un attacco contro di esso e ha compiuto il più grande massacro commesso contro il popolo ebraico dai tempi dell’Olocausto”

Capi di Hamas responsabili del massacro

La Corte penale internazionale dell’Aia ha emesso un mandato di cattura anche per alcuni capi dell’organizzazione terroristica di Hamas per il massacro del 7 ottobre contro Israele. Tra loro il capo dell’ala militare, Mohammed Diab Ibrahim Al-Masri, meglio conosciuto come Mohammed Deif che – secondo l’esercito israeliano – sarebbe rimasto ucciso il primo agosto scorso. Successivamente anche Hamas aveva dichiarato che Deif fu “colpito” nel complesso di Mawasi, a Khan Younis bombardato dall’esercito israeliano. Ma non ne ha mai ufficializzato la morte. Il suo corpo però non è stato mai ritrovato.

Raid israeliano su Jenin

L’esercito di Israele (Idf) ha rilasciato una nota sul raid durato due giorni nella città di Jenin, in Cisgiordania, e durante il quale afferma di aver ucciso un totale di nove combattenti: tre in attacchi mirati e sei in scambi a fuoco. Molti dei combattenti, ha continuato l’Idf, avevano preso parte ad attacchi contro comunità israeliane, siti militari o soldati. Lo riporta Al Jazeera. Le forze israeliane affermano di aver anche smantellato decine di esplosivi e quattro laboratori di esplosivi, arrestando diverse persone “sospettate di attività terroristica

Gaza, ospedali bloccati

Il direttore dell’ospedale Kamal Adwan nel nord di Gaza, Hossam Abu Safiya, ha riferito che decine di persone sono morte o disperse dopo un attacco israeliano nella zona settentrionale della Striscia. Il processo di recupero dei feriti e dei corpi continua, ma “arrivano all’ospedale a pezzi”. Ne’ l’agenzia di protezione civile ne’ il ministero della Salute gestiti da Hamas hanno confermato il bilancio. “Non ci sono ambulanze, il sistema sanitario e’ crollato nel nord di Gaza”, ha detto Abu Safiya. L’agenzia di protezione civile di Gaza ha nel frattempo fatto sapere che 22 persone sono state uccise in un altro attacco nel quartiere Sheikh Radwan di Gaza City. Da ottobre, le truppe israeliane sono tornate a operare con forza nel nord dell’enclave palestinese per impedire ad Hamas di riorganizzarsi.

Palmira, sale il numero delle vittime

Il bilancio delle vittime degli attacchi israeliani di ieri contro gruppi filo-iraniani nella città di Palmira, nella Siria centrale, è salito a 71. Lo ha dichiarato l’Osservatorio siriano per i diritti umani (Osdh). Secondo la Ong, uno degli attacchi ha preso di mira una riunione di comandanti di gruppi filo-iraniani con leader del movimento iracheno Al-Noujaba e degli Hezbollah libanesi.

Sventato attentato al ministro Ben-Gvir

Tre palestinesi di Hebron, in Cisgiordania, sono stati arrestati per aver formato una cellula con l’obiettivo di assassinare il ministro israeliano di estrema destra Itamar Ben-Gvir e il figlio. Lo rendono noto la polizia e lo Shin Bet (sicurezza interna). Secondo l’accusa, il principale sospettato, Ismail Ibrahim Awadi, aveva stabilito contatti con Hezbollah e Hamas per assicurarsi armi e assistenza. La cellula ha sorvegliato Ben Gvir e i suoi figli che vivono nell’insediamento di Kiryat Arba. Una delle opzioni era quella di assassinarlo sulla scena di un attacco terroristico

Libano, nuovo bombardamento

L’esercito israeliano ha lanciato un nuovo bombardamento sulla periferia di Beirut. Secondo l’agenzia libanese, l’esercito israeliano ha effettuato tre bombardamenti contro il quartiere di Haret Hreik, nei sobborghi della Dahye, un obiettivo frequente perche’ Israele sostiene essere una roccaforte di Hezbollah. Gli attacchi hanno provocato la distruzione di diversi edifici. Il portavoce in arabo dell’esercito israeliano, Avichay Adraee, in un messaggio su X aveva raccomandato ai residenti di Haret Hreik di allontanarsi dagli obiettivi

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