lunedì, 25 Novembre, 2024
Attualità

Il Papa: “Non dimenticare la Shoah così come Hiroshima e Nagasaki”

La richiesta di Bergoglio alla Curia: “Va ristrutturato il Fondo pensioni del Vaticano, l’attuale gestione genera disavanzo”

In una lettera sul rinnovamento dello studio della storia della Chiesa rivolta a tutti i fedeli, il Papa ha parlato dell’importanza di conoscere la storia, in particolare quella della Chiesa, per comprendere meglio le dinamiche del presente e costruire un futuro basato sulla giustizia e sulla memoria collettiva. Tra i temi centrali, il Santo Padre ha richiamato l’urgenza di preservare la memoria della Shoah come monito eterno contro l’odio, il pregiudizio e l’indifferenza. Non si tratta solo di un obbligo morale, ma di un compito indispensabile per le generazioni presenti e future: “Non possiamo permettere che le nuove generazioni perdano la memoria di quanto accaduto”, ha scrive Francesco, ricordando che l’oblio di eventi come la Shoah, i bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki o i massacri etnici rischia di anestetizzare le coscienze e rendere l’umanità incapace di imparare dalle proprie tragedie. Chiaro, insomma, l’appello di Bergoglio: la memoria della Shoah si inserisce in un quadro più ampio, e cioè quello della necessità di custodire e trasmettere la verità storica per contrastare ogni forma di revisionismo o negazionismo: “Senza memoria non si va mai avanti”.

Atto di resistenza

Il Pontefice ha quindi evidenziato che lo studio della storia può essere un argine contro le ideologie che cercano di manipolare la memoria per fini di dominio: “Hanno bisogno di giovani sradicati dalla loro storia, per sottometterli ai loro piani”, il monito del Vescovo di Roma che ha insistito sul fatto che conoscere il passato, e in particolare la Shoah, diventa un atto di resistenza contro l’ignoranza e la costruzione di “memorie artificiali” utilizzate per alimentare divisioni.

Lo studio storico rigoroso, secondo il Papa, non solo aiuta a preservare la memoria dei crimini, ma contribuisce anche alla comprensione delle complessità che li hanno generati, evitando semplificazioni pericolose. La verità storica, aggiunge, è il fondamento per un dialogo sincero e per la riconciliazione tra i popoli. Bergoglio ha anche invitato la Chiesa a guardare con onestà al proprio passato, riconoscendo le sue ombre e i suoi errori: “Come una madre, va amata per quello che è, con le sue macchie e rughe”.

La lettera Francesco si è chiusa con un appello rivolto ai giovani, ai futuri sacerdoti e a tutta la comunità cristiana: riscoprire la storia come strumento di crescita personale e collettiva. Lo studio, sottolinea il Papa, “serve a porsi domande, a non farsi anestetizzare dalla banalità, a cercare senso nella vita.” La storia della Shoah, così come quella dei martiri della Chiesa e delle persecuzioni, non è solo un racconto di sofferenza, ma anche una fonte di ispirazione per chi sceglie la via del perdono e della solidarietà.

Sistema educativo

Ma ieri il Papa ha anche accolto all’interno della Sala dei Papi in Vaticano una delegazione della Casa Editrice ‘La Scuola’ di Brescia con la quale ha affrontato un tema di grande attualità e sensibilità: il rapporto tra genitori, insegnanti e il sistema educativo. E qui il Santo Padre ha sottolineato come, oggi, spesso i genitori si schierino contro gli insegnanti, mettendo a rischio il fondamentale patto educativo tra scuola e famiglia. E su questo tema Francesco ha richiamato un ricordo personale per evidenziare il cambiamento nei rapporti tra genitori e insegnanti. Da bambino, ha raccontato, dopo aver detto una parolaccia alla maestra, sua madre lo costrinse a scusarsi immediatamente. Ma la lezione non finì lì: una volta a casa, dovette affrontare una seconda “punizione” per il suo comportamento. “C’era un’unità”, ha ricordato il Papa, “una collaborazione tra scuola e famiglia che oggi sembra essersi spezzata. Oggi, invece, i genitori si lamentano con gli insegnanti, accusandoli, senza cercare di comprendere o sostenere il loro lavoro”. Questo fenomeno, definito “terribile” da Bergoglio, rappresenta una minaccia alla costruzione di un sistema educativo coeso e funzionale. Il Pontefice ha sottolineato l’importanza di tornare a quella “unità educativa” in cui scuola e famiglia lavorano insieme per il bene dei bambini e dei giovani.

La scuola, secondo il Santo Padre, non deve limitarsi a “riempire la testa di idee”, ma deve essere un luogo in cui gli studenti imparano a “pensare bene, sentire bene e fare bene.

Grave squilibrio finanziario

Sempre ieri il Papa ha lanciato un appello ai membri del Collegio Cardinalizio e ai responsabili della Curia Romana in merito a una delle questioni più delicate per la sostenibilità economica della Santa Sede: il Fondo Pensioni Vaticano, ora a rischio a causa di un grave squilibrio finanziario. In pratica, Francesco ha messo in evidenza la necessità di interventi strutturali e di sacrifici condivisi per garantire i diritti pensionistici delle generazioni presenti e future, descrivendo la situazione come “non più rinviabile”. La gestione del Fondo Pensioni, che rappresenta un tema centrale delle riforme economiche della Santa Sede, è sempre stata al centro delle preoccupazioni dei Pontefici. Ma il quadro attuale richiede provvedimenti urgenti per scongiurare il collasso del sistema e assicurare una copertura dignitosa e sostenibile per i dipendenti.

Per affrontare questa crisi, il Pontefice ha nominato Sua Eminenza Kevin Card. Farrell come Amministratore unico del Fondo Pensioni, una scelta che segna l’inizio di una “nuova fase” di riforme necessarie. Il Cardinale Farrell, Prefetto del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, sarà ora incaricato di guidare gli interventi richiesti per ristabilire l’equilibrio finanziario e garantire la sostenibilità del Fondo.

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