In questi sei giorni di permanenza nella capitale Ucraina, come referente e inviato de La Discussione, abbiamo avuto modo di incontrare figure istituzionali, politiche e civili che ci hanno parlato di una città, e di un popolo, che dopo quasi 3 anni di guerra è esausta. Questa è la sensazione principale che si avverte nelle loro parole: la stanchezza di dover vivere sempre pronti a doversi rifugiare nel bunker più vicino – segnalato dall’app del governo – ogni volta che scatta l’allarme antiaereo; ovvero tra le due e le cinque volte al giorno.
La difficile soluzione di un guerra subita
Sebbene non ce lo abbiano detto esplicitamente, molti di quelli con cui abbiamo potuto scambiare qualche opinione ci hanno lasciato intendere che anche la situazione politica interna comincia a diventare tesa. Sembrerebbe infatti che il ceto medio-alto di Kiev non è più tanto coeso come si era dimostrato a febbraio 2022 con la politica di resistenza a oltranza del governo e si fanno sempre più forti le istanze di chi, anche in Ucraina, vorrebbe trattare con il Cremlino. Questo, probabilmente, in contrasto anche con la popolazione delle regioni di frontiera, che invece, per evidenti ragioni, continua a resistere, poiché l’altra opzione sarebbe soccombere.
Tanta paura e innumerevoli emozioni
Durante questa permanenza abbiamo vissuto momenti di forte paura, ma anche di profonde emozioni : Kiev è una città che rimane viva, fatta di professionisti e di gente che lavora ogni giorno, nonostante gli attacchi, portando avanti l’economia del paese. Abbiamo visto una città elegante e piena di vita, con negozi di lusso, ristoranti, locali esclusivi; una città evidentemente in forte crescita, come d’altronde buona parte dell’est europeo, almeno fino a prima dell’inizio della guerra.
Gli ucraini persone di grande tempra e sensibilità
Per quanto stanchi, in fin dei conti, gli ucraini rimangono molto attivi e positivi. Sembra incredibile pensare che vivono quotidianamente da quasi 3 anni una situazione che, per noi, in una settimana, è stata molto toccante e, penso, indimenticabile. Già solo dover passare quasi ogni notte nel garage adibito a bunker del nostro hotel e delle strutture che abbiamo visitato è un’esperienza che ci ha lasciato qualcosa di profondo.
Ricostruzione nel segno della solidarietà
Ue La giornata di venerdì, nostro ultimo giorno in terra ucraina, sancirà un accordo di partnership tra il nostro quotidiano e l’Istituto Nazionale NIDI per la ricostruzione dell’Ucraina che andrà dalla comunicazione (in italiano inglese e ucraino) delle loro iniziative e eventi, fino alla segnalazione da parte della nostra organizzazione di eventuali progetti da parte di aziende italiane e europee in vista della ricostruzione. Il tutto, ovviamente, in una prospettiva non solo di cooperazione europea e tra i nostri due paesi, ma anche con la massima attenzione all’efficientamento green delle infrastrutture per una sostenibilità nel rispetto del territorio ucraino martoriato dalla guerra.
L’impegno di un nuovo orizzonte di vita
Giovedì abbiamo ottenuto una intervista a Svitlana Shakh, editrice di Prof Build, una importante rivista bimestrale che pubblica sia in lingua ucraina che in inglese, dedicata esclusivamente al mondo delle costruzioni e dell’industria. Prof Build si occuperà direttamente di molti degli aspetti della comunicazione e della realizzazione di eventi in collaborazione con il NIDI e con La Discussione. Come ci ha spiegato Svitlana Shakh, infatti, “tante aziende europee e non solo stanno dando piena disponibilità anche per la presentazione di progetti. Non a caso abbiamo partecipato in prima persona al forum BIM”. “Noi di Prof Build stiamo cercando di fare un lavoro per tutti i ceti sociali e di dar voce dalle piccole imprese fino alle grandi major del settore delle costruzioni per trovare una quadra efficace per la ricostruzione di questo paese”.
Le sue parole, la sua grande professionalità e la sua forza ci hanno trasmesso una fortissima fiducia nella possibilità di ripresa di questo bellissimo e coraggioso paese. Questa nostra straordinaria esperienza in terra ucraina, speriamo che possa collimare finalmente con la fine delle ostilità e soprattutto con una pace veramente e democraticamente giusta.