Il Senato USA ha respinto, mercoledì, l’iniziativa del senatore Bernie Sanders di fermare alcune vendite di armi dagli Stati Uniti a Israele. Questo evidenzia il forte sostegno bipartisan a Capitol Hill per l’assistenza militare a Tel Aviv, nonostante le critiche sulla protezione dei civili a Gaza. La guerra, iniziata dall’attacco di Hamas il 7 ottobre 2023, ha causato oltre 43.000 morti. Gli sforzi per un cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi sono falliti, ma c’è ottimismo sulla fine dei combattimenti tra Israele e Hezbollah. Sanders, ebreo, riconosce il diritto di Israele a rispondere agli attacchi di Hamas, ma critica il governo israeliano e Netanyahu. La Casa Bianca ha pressato per bloccare le risoluzioni di Sanders. I voti del Senato hanno suscitato dibattito nel Partito Democratico, senza, tuttavia, modificare il risultato finale. Donald Trump, eletto presidente, ha scelto Mike Huckabee come ambasciatore in Israele, mentre il Congresso passerà sotto controllo repubblicano. Mitch McConnell ha esortato i senatori a respingere le risoluzioni, sostenendo che i terroristi sfruttano i civili come scudo. Tre risoluzioni per fermare vendite di armi sono state respinte: proiettili per carri armati con 18 voti contro 79, proiettili ad alto potenziale con 19 contro 78, e munizioni JDAMS con 17 contro 80. Le risoluzioni erano sostenute da senatori indipendenti e democratici. “Le vendite di JDAMS e proiettili da 120 mm sono preoccupanti per il loro uso indiscriminato a Gaza – ha dichiarato l’ufficio di Sanders – Queste armi hanno causato molte vittime e feriti a Gaza, con il 60% di donne, bambini o anziani”. I gruppi pro-pal vedono i voti del Senato come un punto di svolta per i Democratici. “Il primo voto per bloccare le armi a Israele mostra che i democratici stanno ascoltando i loro elettori”, ha detto Hamid Bendaas, portavoce dell’Institute for Middle East Understanding Policy Project, un gruppo di difesa pro-palestinese.