La superficie forestale in Italia ha raggiunto il valore record di quasi 120mila chilometri quadrati, pari al 40% del territorio nazionale. Un dato che celebra l’importanza ambientale del patrimonio boschivo italiano, ma che porta con sé sfide cruciali legate alla tutela, alla gestione sostenibile e agli effetti dei cambiamenti climatici. A sottolinearlo è la Coldiretti, sulla base di dati forniti dall’Istituto di Utilità Territoriale Italiana (IUTI), in occasione della Giornata Nazionale degli Alberi, celebrata oggi. Le regioni italiane con la maggiore percentuale di boschi rispetto alla superficie complessiva sono la Liguria, con l’81% del territorio coperto da foreste, il Trentino Alto Adige (62%) e la Sardegna (56%). Quest’ultima detiene anche il primato assoluto per estensione, con 1,3 milioni di ettari di boschi, seguita dalla Toscana (1,2 milioni) e dal Piemonte (1 milione). Tuttavia, solo due terzi delle foreste italiane sono gestite attivamente, mentre il restante 33% è abbandonato, esponendo il territorio a rischi come incendi, degrado e perdita di biodiversità.
Le minacce
I boschi italiani sono una risorsa cruciale per l’assorbimento della CO2 e la lotta ai cambiamenti climatici, ma affrontano numerose minacce. Tra queste gli incendi (ogni anno, centinaia di ettari vengono distrutti, causando danni incalcolabili per l’ambiente e l’economia); i cambiamenti climatici (siccità, alluvioni, tempeste come la devastante Vaia e l’arrivo di parassiti alieni mettono sotto pressione le foreste italiane); l’abbandono delle foreste (la mancanza di gestione colturale aumenta la vulnerabilità delle aree boschive).
Un potenziale economico sottoutilizzato
Nonostante il grande patrimonio forestale, l’Italia sfrutta solo il 27% del tasso di prelievo forestale, contro una media europea del 64%. Questo significa che l’industria italiana è costretta a importare oltre l’80% del legno necessario per alimentare settori strategici come il mobile, la carta e il riscaldamento. Secondo la Coldiretti, investire nella filiera foresta-legno potrebbe rappresentare un’opportunità per creare occupazione e valorizzare una risorsa locale, contribuendo alla sostenibilità ambientale. Progetti come Oltrebosco, una società creata da Consorzi Agrari d’Italia, Sorgenia Biomasse e Federforeste, mirano proprio a promuovere una gestione sostenibile del patrimonio forestale. Questo modello potrebbe rilanciare le economie delle aree interne e ridurre la dipendenza dalle importazioni, contrastando anche i tagli illegali, che rappresentano circa il 20% del legno importato nell’Unione europea.
L’espansione del verde non deve limitarsi alle foreste rurali. La Coldiretti ha sottolineato l’importanza di rafforzare la presenza degli alberi nelle aree urbane, che contribuiscono a ridurre l’inquinamento, abbassare le temperature e migliorare la qualità della vita. Incentivi come il Bonus Verde e programmi di depavimentazione dei cortili scolastici potrebbero incrementare il patrimonio arboreo urbano, con benefici per la salute e l’economia.