giovedì, 21 Novembre, 2024
Attualità

Mattarella: “Un dovere morale difendere i bambini da guerre e abusi”

Il Presidente a Torino per l’assemblea dell’Anci: “Adoperarsi affinché la gente torni a votare”

È stato un mercoledì ricco di impegni per Sergio Mattarella, impegnato in tre incontri istituzionali a Torino tra il convegno organizzato in occasione dei 150 anni dalla nascita di Luigi Einaudi, le celebrazioni del bicentenario del Museo Egizio e l’assemblea annuale dell’Anci (con la nomina a Presidente di Gaetano Manfredi, Sindaco di Napoli). Ma il Capo dello Stato ha inviato anche tre messaggi, il primo in occasione della Giornata Internazionale dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, il secondo in memoria di Amintore Fanfani a 25 anni dalla sua scomparsa e il terzo per l’apertura dei lavori del convegno ‘Giustizia al Servizio del Paese – Il principio di legalità’, organizzato dalla Corte dei conti a Firenze.

I diritti dei più piccoli

Di certo il contenuto della missiva a favore della Giornata Internazionale dei Diritti dell’Infanzia ha avuto al suo interno parole alquanto toccanti con le quali ha voluto ricordare sottolineando l’importanza di tutelare i diritti dei più piccoli e ricordando il valore storico della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, adottata dalle Nazioni Unite esattamente 35 anni fa. “La Convenzione”, ha dichiarato, “ha riconosciuto in capo ai bambini la titolarità di diritti specifici, concepiti sui loro bisogni di crescita, protezione e sviluppo”. Ma Mattarella ha evidenziato come, nonostante la ratifica della Convenzione da parte di numerosi Paesi, “milioni di bambini e adolescenti nel mondo affrontano ancora povertà, esclusione sociale, disuguaglianza e negazione di diritti fondamentali”. Il Presidente ha poi richiamato l’attenzione su un obbligo che va oltre il piano legale: “Proteggere i bambini da guerre, violenza, sfruttamento e ogni forma di abuso non è solo un obbligo giuridico: è un dovere morale che chiama tutti a fare della tutela dei giovani una priorità collettiva”. Mattarella ha sottolineato il ruolo cruciale di educazione e valori positivi per orientare lo sviluppo delle nuove generazioni: “Difendere i diritti dei bambini significa fornire loro riferimenti positivi, trasmettere il valore dell’empatia e della solidarietà, e l’importanza della responsabilità delle proprie azioni”.

Uno dei temi centrali della dichiarazione è stato l’aumento di episodi di violenza tra i giovanissimi, un fenomeno che, secondo la più alta carica dello Stato, impone “di mantenere alta l’attenzione sia nell’attività di ascolto sia nella vigilanza, per poter intercettare anche il più piccolo segnale di disagio o sofferenza”.Mattarella ha posto l’accento sui rischi connessi alla mancanza di un sostegno adeguato, che può rendere i ragazzi più vulnerabili e inclini a comportamenti devianti, fino ad avvicinarli a contesti criminali che offrono una falsa percezione di potere e appartenenza.

Occhio ai social

Il Presidente ha anche denunciato i pericoli legati all’uso indiscriminato dei social media da parte dei più giovani, definendolo una forma di “violenza psicologica e fisica”. Secondo Mattarella, i tempi prolungati di utilizzo e l’accesso non controllato alle piattaforme digitali possono avere gravi ripercussioni sul benessere, sulla salute e sulle relazioni sociali dei bambini e degli adolescenti. Per affrontare queste sfide, Mattarella ha lanciato un appello alla collaborazione tra famiglie, scuole, comunità e istituzioni. “È cruciale creare contesti in cui i giovani possano sentirsi valorizzati, ascoltati e guidati, e in cui possano avere il diritto di sognare, liberi di immaginare un futuro in cui esprimere appieno il proprio potenziale”.

Il Presidente ha concluso il suo messaggio con un invito a riconoscere il legame profondo tra la tutela dei diritti dei bambini e il futuro della società: “Tutelare i diritti dei bambini vuol dire dare un futuro alla società, vuol dire rendere i giovani protagonisti delle loro vite”.

Partecipazione democratica

Come anticipato, Mattarella ha partecipato a Torino all’assemblea dell’Associazione nazionale comuni italiani, il luogo adatto per ricordare l’importanza della partecipazione democratica e il ruolo cruciale delle comunità nell’unità nazionale: “Occorre adoperarsi, culturalmente e politicamente, perché la gente torni a votare”, ha sottolineato il Capo dello Stato, lanciando un appello alle istituzioni e alla società civile per contrastare l’astensionismo, che sta raggiungendo livelli preoccupanti. Il Presidente ha definito i comuni “simbolo dell’unità del Paese”. Poi ha invitato tutte le istituzioni a un maggiore senso di responsabilità e collaborazione, definendola “un dovere repubblicano”.

L’omaggio a Fanfani

In occasione del venticinquesimo anniversario della scomparsa di Amintore Fanfani, Mattarella sempre ieri ha ricordato il suo ruolo cruciale come uomo di Stato, economista e riformista, sottolineando la profondità del suo impegno e la sua eredità nella costruzione della Repubblica italiana. Il Presidente Mattarella ha descritto Fanfani come una “personalità tra le più significative”della storia del Paese, evidenziandone il contributo come economista di prestigio internazionale e come uomo politico dotato di grande passione e tenacia. Formatosi nell’ambiente dell’Università Cattolica di Milano, Fanfani acquisì i suoi primi titoli accademici durante il regime fascista, dal quale tuttavia prese presto le distanze, rompendo con il regime e vivendo anche l’esperienza dell’esilio.

La partecipazione di Fanfani all’Assemblea Costituente lo collocò tra i membri del gruppo dei cosiddetti ‘professorini’, guidato da Giuseppe Dossetti, dove si distinse per la sua visione innovativa in campo sociale. Come ricordato da Mattarella, l’articolo 1 della Costituzione, che sancisce il principio fondamentale del lavoro come fondamento della Repubblica, porta l’impronta del suo pensiero. Esponente della tradizione popolare e cattolica, Fanfani fu protagonista di alcune delle più importanti riforme del primo centrosinistra, contribuendo al rinnovamento politico e sociale del Paese.

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