I procuratori di Parigi hanno chiesto, mercoledì, una condanna a 2 anni di carcere per Marine Le Pen e un periodo di ineleggibilità di 5 anni a una carica pubblica, in un processo per sospetta appropriazione indebita di fondi del Parlamento europeo. Il partito Rassemblement National e 25 dei suoi funzionari, tra cui Le Pen, sono accusati di aver utilizzato denaro destinato agli assistenti parlamentari dell’Unione Europea per pagare invece il personale che ha lavorato per il partito tra il 2004 e il 2016, in violazione delle normative del blocco delle 27 nazioni. I procuratori hanno chiesto alla corte di dichiarare Le Pen colpevole e di imporre una multa di 300.000 euro e altri tre anni di pena detentiva sospesa. Hanno chiesto che il periodo di ineleggibilità fosse dichiarato immediatamente efficace, indipendentemente dal fatto che Le Pen presenti o meno ricorso. “Non è una sorpresa – ha detto Le Pen ai giornalisti – Ho notato che le affermazioni dei procuratori sono estremamente scandalose”. Per la leader di RN, i procuratori sarebbero “interessati solo” a impedirle di candidarsi alla presidenza nel 2027. Le Pen ha negato le accuse secondo cui sarebbe stata a capo di “un sistema” destinato a dirottare i fondi del parlamento europeo a vantaggio del suo partito, che ha guidato dal 2011 al 2021. Ha invece sostenuto che le missioni degli assistenti dovevano essere adattate alle varie attività degli eurodeputati, tra cui alcune missioni altamente politiche legate al partito, insistendo sul fatto che il partito “non ha mai ricevuto la minima rimostranza dal Parlamento” fino all’allerta lanciata nel 2015 da Martin Schulz, allora presidente dell’organismo europeo, alle autorità francesi circa un possibile uso fraudolento dei fondi UE da parte di membri del Front National. Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha manifestato il proprio sostegno a Le Pen invitandola a “non mollare”.