martedì, 3 Dicembre, 2024
Attualità

Il Papa: “La guerra è ignobile, penso ai bambini massacrati a Gaza”

Nuovo appello di Bergoglio nel corso dell’Angelus: “Basta calpestare vite umane”

“Preghiamo per la martoriata Ucraina, per la Palestina, Israele, il Libano, il Myanmar, il Sud Sudan e per tutti i popoli che soffrono per le guerre”. Con queste parole ieri il Papa ha concluso l’Angelus di Ognissanti in piazza San Pietro, rivolgendosi a una folla di fedeli per lanciare un nuovo, accorato appello per la pace. Il Pontefice ha condannato con fermezza il fenomeno della guerra, descrivendolo come “sempre una sconfitta, sempre”, e come una manifestazione di inganno e falsità che colpisce indiscriminatamente innocenti e colpisce la dignità umana. Nel suo discorso, il Santo Padre ha denunciato con forza le devastazioni provocate dai conflitti in diverse aree del mondo, sottolineando come la guerra rappresenti “il trionfo della menzogna, della falsità”. Secondo il Pontefice, dietro i conflitti si celano spesso interessi egoistici che, per raggiungere il massimo guadagno, non esitano a infliggere il massimo danno al nemico, ignorando le sofferenze inflitte a vite umane, ambiente e infrastrutture, con il risultato che gli innocenti pagano il prezzo più alto: “Tutto mascherato da menzogne e soffrono gli innocenti. Penso alle 153 donne e bambini massacrati, nei giorni scorsi a Gaza”, ha detto Francesco, visibilmente commosso, mentre rinnovava il suo invito a pregare per le vittime delle guerre e per la pace in quei Paesi devastati da violenze e instabilità.

Tra Spagna e il ricordo dei defunti

Bergoglio ha poi esteso il suo pensiero e la sua vicinanza alle vittime delle catastrofi naturali, esprimendo solidarietà alle popolazioni colpite dalle recenti alluvioni in Spagna: “Preghiamo per le popolazioni della penisola iberica, specialmente della comunità valenciana, travolte dalla tempesta Dana, per i defunti e per i loro cari, e per tutte le famiglie”. Poi il Vescovo di Roma ha ricordato l’annuale Commemorazione di tutti i fedeli defunti, invitando chi può a visitare le tombe dei propri cari e annunciando che celebrerà la Messa al Cimitero Laurentino, nella Capitale. Successivamente ha salutato i fedeli presenti in Vaticano, tra cui i pellegrini di vari Paesi e i partecipanti alla tradizionale Corsa dei Santi, organizzata dalla Fondazione Missioni Don Bosco. Quest’evento sportivo, che ogni anno unisce fede e solidarietà, in questa edizione raccoglie fondi per la costruzione di un centro sportivo in Ucraina: “Cari amici, anche quest’anno ci ricordate che la vita cristiana è una corsa, ma non come corre il mondo, no! È la corsa di un cuore che ama!”, ha detto, lodando il sostegno alla causa ucraina.

Il significato dell’Angelus

In occasione della Solennità di Tutti i Santi, il Papa nel corso dell’Angelus ha invitato i fedeli a riflettere sulla via della santità tracciata nel Vangelo. “Oggi, nel Vangelo, Gesù proclama la carta d’identità del cristiano. E qual è la carta d’identità del cristiano? Le Beatitudini”, ha detto, spiegando come queste rappresentino sia un dono di Dio sia una risposta dell’uomo, un cammino d’amore da percorrere ogni giorno. Francesco ha sottolineato che la santità è anzitutto “un dono di Dio”, che trasforma e purifica il cuore per renderlo più simile a quello di Cristo. Citando San Paolo, ha ricordato che “è Lui che santifica”, e che il cammino di santità è possibile grazie alla grazia divina, che ci “guarisce e ci libera da tutto ciò che ci impedisce di amare come Lui ci ama”. Attraverso questo dono, ha spiegato il Pontefice, Dio ci invita a diminuire il nostro ego per “lasciare spazio a Dio”, citando le parole del Beato Carlo Acutis. Riflettendo poi sulla “nostra risposta” a questo dono, il Santo padre ha spiegato che Dio semina la santità in noi,ma non ce la impone. “Lascia a noi la libertà di seguire le sue buone ispirazioni”, invitando a metterci al servizio degli altri con una carità universale, come esempio di quella santità vissuta quotidianamente dai santi, sia quelli riconosciuti ufficialmente sia i “santi della porta accanto”, persone comuni che, attraverso piccoli e grandi atti di amore, testimoniano la bellezza del Vangelo.

Le Beatitudini

Il Papa ha ricordato figure emblematiche come San Massimiliano Kolbe, Santa Teresa di Calcutta e Sant’Oscar Romero, che hanno incarnato le Beatitudini con il sacrificio e il servizio, e ha esteso il suo pensiero a coloro che vivono la santità nel silenzio e nella semplicità della vita quotidiana. “Riconosciamo tanti fratelli e sorelle plasmati dalle Beatitudini”, ha proseguito, “poveri, miti, misericordiosi, affamati e assetati di giustizia, operatori di pace”, che portano luce nei luoghi in cui vivono e lavorano. Bergoglio ha infine esortato i fedeli a domandarsi se chiedono a Dio il dono di una vita santa e se si lasciano guidare dai buoni impulsi dello Spirito per vivere le Beatitudini ogni giorno. “Maria, Regina di tutti i Santi, ci aiuti a fare della nostra vita un cammino di santità”, ha concluso, invitando a guardare alla santità non come a un ideale lontano, ma come una vocazione accessibile a tutti, da coltivare con umiltà e amore.

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