giovedì, 21 Novembre, 2024
Esteri

Il parlamento israeliano mette al bando l’Unrwa, la condanna internazionale

Devastanti raid nel nord della Striscia e nel sud del Libano, centinaia di morti. Otto soldati Unifil feriti, “probabilmente da Hezbollah”

Il parlamento israeliano ha approvato con 92 voti a favore e 10 contrari una legge che vieta all’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) di lavorare in Israele, nonostante le obiezioni degli Stati Uniti, che avevano fatto inutilmente pressioni su Tel Aviv perché non approvasse la legge, dell’Ue, della Nato e di quasi tutti i paesi occidentali e non, oltre che di Unicef, Oms e altri, innumerevoli, enti. “Un voto scandaloso”, è stata la reazione della stessa Unrwa, mentre il capo dell’agenzia Philippe Lazzarini ha denunciato che così “si aggrava ancor di più la sofferenza della popolazione palestinese”. “In tali condizioni insostenibili – ha scritto Lazzarini in una lettera-appello all’Onu -chiedo il sostegno degli Stati membri, commisurato alla gravità della situazione e dei rischi, per garantire la capacità dell’Agenzia di attuare pienamente il mandato conferito dall’Assemblea generale”.

Il segretario generale Onu Antonio Guterres è “profondamente preoccupato” per l’adozione della legge contro Unrwa da parte di Israele: “Unrwa è il principale mezzo con cui viene fornita assistenza essenziale ai rifugiati palestinesi e non esiste alternativa. L’attuazione delle leggi potrebbe avere conseguenze devastanti per i rifugiati palestinesi, il che è inaccettabile”.

Ue: “Restiamo impegnati con l’Unrwa a Gaza”

L’Unione europea “resta impegnata a sostenere Unrwa e la sua missione” sul campo, a Gaza e in tutto il Medio Oriente. Lo detto una portavoce della Commissione europea rispondendo alle domande sul voto alla Knesset per la messa al bando dell’agenzia dell’Onu. L’Unrwa è impegnata “sul campo per garantire che si verifichino le condizioni per una soluzione a due Stati”, ha sottolineato a più riprese la portavoce, evidenziando che l’agenzia “ha una lunga storia di impegno nell’ambito del suo mandato”.

Regno Unito e Francia, ‘Unrwa vitale, crisi umanitaria inaccettabile’

Subito dopo il voto, Parigi, Berlino e Londra hanno condannato la norma, ricordando che l’Unrwa fornisce aiuti umanitari “essenziali e salvavita” ai civili di Gaza, Gerusalemme Est e Cisgiordania. “La situazione umanitaria” per la popolazione palestinese, in particolare nella Striscia di Gaza, “è semplicemente inaccettabile” e “solo l’Unrwa può distribuire gli aiuti” che servono, ha ribadito il premier britannico Keir Starmer, in una seconda dichiarazione di condanna in cui ricorda come “Israele debba, in base ai suoi obblighi internazionali, assicurare che un quantitativo sufficiente di aiuti raggiunga i civili a Gaza”.

Anche la Francia “deplora con forza l’adozione da parte del Parlamento israeliano” della legge che bandisce l’Unrwa : è quanto si legge in una nota diffusa dal ministero degli Esteri di Parigi, secondo cui ”l’attuazione di queste norme avrebbe conseguenze molto gravi sulla situazione umanitaria a Gaza, già catastrofica, ma anche sull’insieme dei territori palestinesi occupati”.

Irlanda, Spagna, Norvegia e Slovenia, condannando in un comunicato congiunto il voto del Parlamento israeliano, hanno annunciato che “continueranno a lavorare con i paesi donatori per garantire la sostenibilità del lavoro dell’UNRWA e il suo ruolo umanitario”.

Tajani: “Dispiace scelta Israele, indebolisce Onu”

La decisione del Parlamento israeliano di vietare l’attività dell’Unrwa “rischia di indebolire il ruolo dell’Onu. Ci dispiace che sia stata fatta questa scelta, anche se comprendiamo alcune delle ragioni che provocano la reazione di Israele: c’erano troppi militanti di Hamas che hanno partecipato alla strage del 7 ottobre tra coloro che rappresentavano l’Unrwa, questo mi auguro che non accada mai più e siamo convinti che non accadrà”. Così Antonio Tajani a Lubiana. “Noi come governo italiano sosteniamo l’iniziativa dell’Unrwa non in territorio palestinese”, dove invece “lavoriamo molto bene con il Pam”.

Oms e Unicef: intollerabile, conseguenze devastanti

Per il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) Tedros Adhanom Ghebreyesus, la decisione di Israele è “intollerabile” e avrà ”conseguenze devastanti. Questo viola gli obblighi e le responsabilità di Israele e minaccia la vita e la salute di tutti coloro che dipendono dall’Unrwa”. Lo ha dichiarato su ‘X’, affermando che l’Unrwa, che fornisce istruzione, assistenza sanitaria e altri servizi di base a milioni di rifugiati palestinesi in tutta la regione, è stata un”’ancora di salvezza insostituibile” per i palestinesi di Gaza negli ultimi 70 anni.

Per il portavoce dell’Unicef, James Elder, che ha lavorato a lungo a Gaza sin dall’inizio della guerra, “Se l’Unrwa non è in grado di operare, probabilmente si assisterà al collasso del sistema umanitario a Gaza. Quindi una decisione come questa significa improvvisamente che è stato trovato un nuovo modo per uccidere i bambini”.

8 soldati austriaci di Unifil feriti in attacco

Otto soldati austriaci in forza al contingente Unifil sono rimasti feriti da un razzo lanciato a Camp Naqoura. A renderlo noto su X è Michael Bauer, portavoce della Difesa di Vienna, che parla di abrasioni leggere e superficiali e assicura che nessuno dei soldati necessita di cure mediche di emergenza. Il razzo, si legge in un comunicato di Unifil, “è stato sparato da nord del quartier generale di Unifil, probabilmente da Hezbollah o da un gruppo affiliato. Abbiamo aperto un’indagine sull’incidente”. Il ministro della Difesa Klaudia Tanner condanna fermamente l’attacco e invita tutte le parti a cessare immediatamente i combattimenti nell’area attorno alle sedi delle missioni delle Nazioni Unite.

A Gaza distrutto il 50% infrastruttura telecomunicazioni

Da ottobre 2023, è stata distrutta totalmente almeno il 50% dell’infrastruttura delle telecomunicazioni di Gaza. Lo riferisce l’Arab Center for the Advancement of Social Media, sottolineando che questa distruzione su vasta scala porta a ripetute interruzioni dei servizi Internet e di altre comunicazioni. Secondo la stessa fonte, i danni inflitti alle torri di comunicazione e all’infrastruttura in fibra ottica sono stimati in 90 milioni di dollari fino a marzo. “Attualmente, solo il 30 percento delle torri di comunicazione e dei componenti infrastrutturali è operativo”, ha affermato l’Arab Center for the Advancement of Social Media. A Gaza, i servizi di comunicazione sono stati interrotti almeno 15 volte da ottobre 2023 a marzo.

Carri armati israeliani entrano in villaggio del sud del Libano

“Un gran numero di carri armati appartenenti all’esercito di occupazione israeliano sono entrati nella periferia orientale di Khiam”, a circa sei chilometri dal confine con Israele. Lo riferisce l’agenzia di stampa ufficiale libanese National News Agency, aggiungendo che si tratta dell’incursione dell’Idf più profonda nel Libano meridionale, nell’ambito dell’operazione di terra avviata il mese scorso. Da parte sua, Hezbollah ha dichiarato di aver colpito le truppe israeliane a sud e sud-ovest di Khiam con razzi e colpi di artiglieria.

Ieri 109 i morti nel nord di Gaza, almeno 60 in Libano

Fonti mediche hanno riferito che almeno 109 persone sono state uccise nell’attacco lanciato all’alba dall’esercito israeliano (Idf) contro un edificio residenziale che ospitava circa 200 sfollati a Beit Lahiya, nel nord della Striscia di Gaza. In un anno di guerra, secondo la Protezione civile di Gaza, i morti sono stati43.061.

Almeno 60 persone sono state uccise e altre 58 ferite dall’ultima ondata di bombardamenti israeliani su diverse città della valle della Bekaa, nel Libano orientale. Lo conferma il ministero della Sanità libanese. Gli attacchi, di cui non si conoscono ulteriori dettagli, avvengono 24 ore dopo un altra serie di bombardamenti israeliani contro diverse parti del Libano che ha provocato la morte di 19 persone e il ferimento di altre 108. Con i decessi segnalati martedì dalle autorità libanesi, il numero totale dei morti sale a 2.732. Il numero dei feriti è di circa 12.700, secondo il rapporto ufficiale libanese.

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