mercoledì, 25 Dicembre, 2024
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Alfano celebra De Gasperi: “Un uomo di fede e unità. E Mattarella ne incarna gli ideali”

A Montecitorio una cerimonia celebrativa dedicata allo statista nell’anniversario del 70° anniversario della scomparsa

Alcide De Gasperi viene ricordato ancora oggi come un uomo che, pur nelle difficoltà, non ha mai perso la visione di un’Italia forte e solidale, capace di trovare nella cooperazione europea un futuro di pace e prosperità. La sua fede nel progresso, nel riscatto del Sud, nella capacità degli italiani di costruire una nazione libera e giusta, resta un esempio e un faro per le generazioni future. E ieri, in occasione del 70° anniversario della scomparsa dello statista (anche fondatore de ‘La Discussione’) l’Aula di Montecitorio ha ospitato una cerimonia celebrativa che ha celebrato l’eredità di un leader profondamente radicato nei valori della libertà, giustizia sociale e speranza. Il titolo della commemorazione, ‘Pace, Prosperità, Patria: l’eredità di De Gasperi 70 anni dopo’, ha individuato i principi fondamentali che hanno guidato la vita e l’opera del fondatore della Democrazia Cristiana, ricordato come uno dei padri fondatori dell’Italia democratica e repubblicana.

Costruzione del bene comune

Angelino Alfano, Presidente della Fondazione De Gasperi, ha guidato la cerimonia attraverso i valori degasperiani, simbolo di responsabilità politica e di costruzione del bene comune, ponendo l’accento su un elemento centrale nella figura del politico trentino: la fede. “De Gasperi fu un uomo di fede, non solo religiosa, ebbe fede sempre, ebbe una straordinaria forza spirituale, la forza del credere”, ha detto. Il leader trentino credeva nella caduta del fascismo e nel riscatto del popolo italiano; credeva in un’Italia libera, sovrana e unita. Con una visione lungimirante, De Gasperi vedeva la libertà politica e la giustizia sociale come valori che dovevano procedere insieme, nel rispetto di un’Italia che si rialzava dalle ceneri della guerra. La sua azione, ha aggiunto Alfano, “non tradì mai i valori che lo ispiravano”, e fu lui, nel 1946, a istituire la festa del 25 aprile, simbolo della Liberazione e dell’unità nazionale. “Solo uniti saremo forti, amava dire,” ha ricordato Alfano, sottolineando il profondo idealismo di De Gasperi, accompagnato da un pragmatismo che lo rese un leader concreto e risoluto: “Anche l’Italia repubblicana ha il suo eroe e noi siamo qui per ricordarne la storia. Il nome è De Gasperi, costruttore dell’Italia e dell’Europa, costruttore di libertà, pace e prosperità”.

La cerimonia, che ha riunito alte cariche dello Stato e personalità del mondo politico, sociale e culturale, si è arricchita degli interventi di altre figure di rilievo come il Presidente della Camera, Lorenzo Fontana e la Presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola. Il contributo artistico di Michele Placido, che ha recitato alcuni passaggi dei discorsi più significativi di De Gasperi, ha aggiunto intensità emotiva a un evento già carico di significato.

L’erede Mattarella

Presente anche Capo dello Stato Sergio Mattarella, riconosciuto dallo stesso Alfano come l’erede più autentico degli ideali degasperiani, suscitando un sentito applauso dall’emiciclo: “La Fondazione De Gasperi riconosce nel Presidente Mattarella, nella sua persona, nel suo metodo, nella sua saggezza, nel suo stile con cui interpreta le prerogative della più alta magistratura della Repubblica, l’inverarsi più autentico degli ideali degasperiani di libertà, patria, pace e prosperità nella giustizia sociale”, ha detto. L’omaggio al Capo dello Stato visto come esempio di serietà e guida morale ha colpito profondamente i presenti, che hanno manifestato il loro apprezzamento con un lungo applauso. Visibilmente commosso, Mattarella ha portato la mano al petto in segno di ringraziamento.

Il tributo a De Gasperi è stato applaudito anche dal Presidente della Dc Gianfranco Rotondi, che al termine dell’evento ha ringraziato Alfano per aver saputo unire le istituzioni nella celebrazione di una figura storica capace di dare forma e sostanza all’Italia repubblicana.

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