Le forze di difesa israeliane (Idf) hanno confermato di aver eliminato Hachem Safieddine in un attacco aereo israeliano a Dahiyeh, tradizionale roccaforte del gruppo alla periferia sud di Beirut, tre settimane fa. Safieddine, capo del Consiglio della Shura di Hezbollah, era considerato potenziale successore del segretario generale Hassan Nasrallah morto il 27 settembre scorso in un’operazione analoga a Beirut. L’esercito israeliano ha reso noto inoltre che da martedì decine di migliaia di palestinesi stanno evacuando il campo profughi di Jabalia, nella Striscia di Gaza settentrionale, e che circa 150 membri di Hamas sono stati arrestati.
Anche gli Hezbollah libanesi confermano l’uccisione nella notte tra il 3 e il 4 ottobre in un raid aereo israeliano di Hashem Safieddine. In un comunicato il gruppo “piange un grande leader, martire sulla via di Gerusalemme”. “Promettiamo al nostro grande martire e ai suoi fratelli martiri che continueremo il cammino della resistenza e della jihad fino al raggiungimento degli obiettivi di libertà e vittoria”, scrive Hezbollah.
Dirigente Hamas a Mosca “per discutere della fine della guerra”
Un rappresentante di Hamas è arrivato ieri a Mosca per discutere della “fine della guerra con Israele nella Striscia di Gaza e degli sforzi per unire i palestinesi”. Lo ha riferito una fonte del movimento. Moussa Abou Marzouk, consigliere e negoziatore di Hamas e basato in Qatar, parlerà con i funzionari russi dei “modi per fermare l’aggressione e la guerra a Gaza e nella regione” e degli sforzi della Russia per raggiungere l’unità tra le diverse fazioni palestinesi, ha detto questa fonte.
L’Idf svela i nomi di 6 giornalisti-terroristi di Hamas
“Smascherati: 6 giornalisti di Al Jazeera sono stati smascherati come terroristi di Hamas e della Jihad islamica”, lo scrive su X e Telegram l’Idf, pubblicandone i nomi. In particolare “Il terrorista-giornalista Ismail Farid Muhammad Abu Omar è stato colpito e ferito alcuni mesi fa a Gaza. I documenti confermano ancora una volta il suo coinvolgimento in attività terroristiche. La rete Al Jazeera ha tentato di dissociarsi dalle attività terroristiche di Omar”. “IDF ha divulgato informazioni di intelligence e numerosi documenti rinvenuti a Gaza che confermano l’affiliazione militare di sei giornalisti di Al Jazeera a Gaza con Hamas e le organizzazioni terroristiche della Jihad islamica, tra cui tabelle del personale, elenchi di corsi di addestramento per terroristi, elenchi telefonici e documenti sugli stipendi dei terroristi. Questi documenti servono come prova dell’integrazione dei terroristi di Hamas nella rete mediatica qatariota Al Jazeera. La maggior parte dei giornalisti che l’IDF ha smascherato come agenti dell’ala militare di Hamas guidano la propaganda di Hamas su Al Jazeera, soprattutto nel nord di Gaza”.
Il ministero degli Esteri del Libano: ” Grazie alla presidenza italiana del G7″
Il Libano rivolge “un sincero ringraziamento alla presidenza italiana del G7, rappresentata dal ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani, per l’invito rivolto al suo omologo Abdullah Bouhabib a illustrare in questo incontro la posizione libanese e gli attacchi che subisce la popolazione che minacciano la loro vita ed il loro futuro, e come raggiungere una soluzione sostenibile che garantisca sicurezza e stabilità al confine meridionale del Libano”.
Così si legge in una nota del ministero degli Esteri libanese cheha “accolto con favore” il paragrafo sul Libano nella dichiarazione finale del G7 Sviluppo a Pescara, “in particolare l’appello per la cessazione immediata delle ostilità, l’adesione alla soluzione diplomatica e l’attuazione della risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite n. 1701”.
Il ministero degli Esteri ha inoltre elogiato in una nota “l’enfasi sul ruolo dell’Unifil” contenuta nella dichiarazione finale, che ha sottolineato l’importanza di “non compromettere la sua attività, la protezione dei civili e la fornitura di aiuti umanitari”.
Blinken in Arabia Saudita, relazioni, sicurezza e ricostruzione di Gaza
Il Segretario di Stato americano Antony Blinken è arrivato ieri a Riad per spingere la normalizzazione dei rapporti tra Israele e Arabia Saudita. Prima di lasciare Tel Aviv per Riyad, Blinken ha invitato Israele a cogliere l'”incredibile opportunità” di normalizzare le relazioni con l’Arabia Saudita. “Nonostante ciòche sta accadendo, questa rimane un’incredibile opportunità in questa regione per muoversi in una direzione completamente diversa che offre un percorso sostenibile per la sicurezza di Israele e il suo posto nella regione”.
Riavviare i negoziati e ristabilire la sicurezza nella regione, ma anche gettare le basi per una futura governance e per la ricostruzione post-bellica della Striscia. Sono stati alcuni dei temi al centro del colloquio concluso a Riad tra il capo della diplomazia Usa e l’omologo saudita, il principe Faisal bin Farhan Al Saud. Secondo quanto riferito dal portavoce del Dipartimento di Stato Usa, Matthew Miller, Blinken ed Al Saud “hanno continuato a discutere su come stabilire la sicurezza, la governance e la ricostruzione nel periodo post-bellico”.
“Hanno anche discusso della necessità di una soluzione diplomatica in Libano che permetta ai civili israeliani e libanesi di tornare alle loro case” e, in quest’occasione, ha aggiunto Miller, Blinken ha ringraziato l’Arabia Saudita per “il lavoro svolto al fine di facilitare gli aiuti umanitari a Gaza e in Libano”. I due hanno anche esaminato la difficile situazione del Sudan, paese devastato da oltre un anno di guerra civile, e vagliato le azioni da intraprendere “per porre fine al conflitto, proteggere i civili, far giungere gli aiuti umanitari e promuovere una transizione politica verso un governo civile, in sintonia con quanto emerso durante i colloqui di Gedda e i lavori del Gruppo Alps”, (Aligned for Advancing Lifesaving and Peace, la coalizione internazionale di Stati al lavoro per pacificare il Sudan).
Il Papa: la Palestina sta soffrendo attacchi inumani
“Non dimentichiamo la Palestina che sta soffrendo attacchi inumani”, “non dimentichiamo Israele, non dimentichiamo tutte le nazioni che sono in guerra”. Lo ha detto il Papa al termine dell’udienza generale, citando anche le guerre in Ucraina e in Myanmar. “Preghiamo per la pace”, l’appello di Papa Francesco.