“Ripartire dal Sud per la cosiddetta Fase 2 è possibile ponendo in essere concretamente una serie di investimenti che potrebbero far uscire definitivamente l’Italia meridionale dalla perenne crisi economica in cui è stata rilegata per oltre 50 anni”.
Lo sostiene il Segretario Confederale Ugl Giovanni Condorelli Responsabile delle politiche per il Mezzogiorno.
“E partire dalla Sicilia si può, rilanciando la più simbolica delle infrastrutture: il Ponte sullo Stretto – aggiunge – infrastruttura da gestire sul modello ‘Ponte Morandi’ a burocrazia zero che lancia una ‘new deal’ che partendo dalla Sicilia e dalla Calabria accelera il processo di ricostruzione economica e sociale dell’Italia puntando sul Mezzogiorno quale motore di sviluppo. Il dato di partenza è proprio in vantaggio dall’aver contenuto il contagio e circoscritto l’emergenza epidemiologica da Covid 19”.
“Siamo di fronte alla più ghiotta delle occasioni perché l’attuale crisi, senza precedenti per la devastazione sociale, impone a tutti un enorme sforzo e il Sud ha le energie intellettuali e imprenditoriali per aiutare l’Italia intera e la ricetta passa dalla riprogrammazione dei fondi extraregionali – sottolinea il sindacalista – e su quelli europei lo Stato rispetti il diritto costituzionale delle regioni autonome alle prestazioni sanitarie, socio-assistenziali ed al rilancio produttivo”.
“Sostenendo l’azione della Segreteria regionale dell’Ugl in Sicilia – rilancia Condorelli – lo Stato receda dal proposito di scippare il 20 percento delle risorse riprogrammate che nella sola Sicilia vale 1 miliardo e che per tutte le regioni del Mezzogiorno vale svariati miliardi di euro. Le regioni del Sud hanno il diritto costituzionale ad autodeterminarsi per rilanciare le proprie economie e mettere a posto i conti e le finanze”.
“Il governo nazionale non può permettersi di perdere la storica occasione di contribuire alla rinascita del Sud che può fare da volano per la ripresa dei consumi necessari, a catena, alla ripresa della produzione industriale delle regioni del Nord – conclude Condorelli – e non parliamo di sterile contrapposizione Sud/Nord ma solo di consapevolezza, quella sì, che impiegando bene le risorse che devono restare sul territorio sarà possibile accorciare per davvero il gap storico tra le due parti dello Stivale”. (Italpress)