Cuba ha subito, venerdì scorso, un’interruzione totale dell’energia elettrica, colpendo tutti i 10 milioni di abitanti dell’isola a causa di un guasto in una delle principali centrali elettriche, come riportato dal ministero dell’energia cubano. In un tentativo di risparmiare energia, il governo aveva precedentemente chiuso le scuole e fatto rimanere a casa la maggior parte dei dipendenti statali. Tuttavia, questi sforzi non sono stati sufficienti e alle 11 la centrale elettrica più grande è andata offline, provocando un guasto alla rete. Il presidente del paese, Miguel Díaz-Canel, ha dichiarato su X che stanno dando “priorità assoluta” alla risoluzione del problema e che “non ci sarà tregua” finché la corrente non sarà ripristinata. I cubani stanno affrontando blackout continui da mesi. In alcune province fuori dalla capitale, L’Avana, le interruzioni di corrente durano fino a 12 ore consecutive. Giovedì, il primo ministro cubano, Manuel Marrero, ha attribuito i blackout al deterioramento delle infrastrutture, alla carenza di carburante e alla crescente domanda di energia. Mentre la domanda di elettricità è aumentata, la fornitura di petrolio è stata notevolmente ridotta. Il principale fornitore di petrolio di Cuba, il Venezuela, ha diminuito le spedizioni verso l’isola, così come altri paesi come Russia e Messico. Le autorità non sanno quanto tempo ci vorrà per ripristinare la corrente elettrica. La situazione è particolarmente preoccupante per molti cubani. Il governo di Cuba attribuisce gran parte delle carenze economiche all’embargo statunitense, in vigore da decenni. Durante il mandato di Donald Trump, le sanzioni sono state aumentate e la pandemia ha avuto un impatto devastante sull’industria turistica dell’isola, una delle principali fonti di reddito. La crisi economica ha già reso la vita difficile per il cubano medio, con carenze di cibo, medicine e carburante.