lunedì, 18 Novembre, 2024
Attualità

Mattarella: “Il lavoro fondamento della Repubblica. Gli infortuni e le morti sono una piaga intollerabile”

Il Capo dello Stato: “Autonomia, le Regioni non ostacolino la libera circolazione delle persone”

Parole chiare quelle di Sergio Mattarella che hanno messo nero su bianco un principio fondamentale sancito dalla Costituzione italiana: la tutela della libera circolazione delle persone, dei beni e il diritto al lavoro su tutto il territorio nazionale. Parole che vogliono ricordare alle istituzioni regionali i loro limiti, ponendo l’accento sull’unità del Paese e la necessità di garantire l’uguaglianza dei diritti per tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro regione di provenienza o residenza. Un concetto, quello della più alta carica dello Stato, espresso ieri durante la cerimonia di conferimento delle Stelle al merito del lavoro 2024, svoltasi al Quirinale: “Le regioni non possono adottare provvedimenti che ostacolino in qualsiasi modo la libera circolazione delle persone e delle cose e neppure limitare l’esercizio del diritto al lavoro in qualunque parte del territorio nazionale”, ha spiegato il Presidente ricordando come le autonomie regionali debbano sempre rispettare i principi costituzionali, bilanciando le istanze locali con i diritti fondamentali di tutti gli italiani.

Mattarella ha voluto sottolineare come il lavoro rappresenti una vera e propria “nervatura” della vita sociale. Secondo il Capo dello Stato, infatti, l’occupazione non solo assicura la dignità della persona, ma è anche il collante che permette di costruire una società più coesa e solidale.

Caposaldo della dignità

Rivolgendosi ai presenti, il Presidente ha esaltato il valore del lavoro che “è indubbiamente un caposaldo della dignità della persona”, aggiungendo che esso non rappresenta solo “una condizione di indipendenza economica”, ma è “una leva per accrescere i diritti, individuali e collettivi”. Mattarella ha ricordato il ruolo cruciale del lavoro nella crescita dell’Italia: “È stato il motore principale dello sviluppo del Paese e della crescita umana, civile, sociale, culturale che ha consentito una diffusa emancipazione da condizioni di povertà e subalternità”, facendo presente come, attraverso il lavoro, milioni di persone abbiano potuto migliorare le proprie condizioni di vita, raggiungendo un livello di dignità e indipendenza senza precedenti.

Piaga intollerabile

Il Presidente si è poi concentrato su un tema a lui molto caro, quello relativo alla sicurezza sul lavoro, definendo le morti e gli infortuni come “una piaga intollerabile”, un triste fenomeno che continua a colpire molti lavoratori, “nonostante i progressi tecnologici e scientifici di cui dispone la nostra società”. E Mattarella ha ricordato l’importanza di mettere sempre la sicurezza dei lavoratori al primo posto: “La vita delle persone vale immensamente più di ogni profitto, interesse o vantaggio produttivo”.

Lacerazione sociale

Mattarella ha poi commentato i recenti dati sull’occupazione in Italia, segnalando una crescita positiva, ma evidenziando anche aspetti critici, ponendo l’attenzione sull’allarme riguardo alla frammentazione del mercato del lavoro, dove convivono una fascia alta di lavoratori ben retribuiti e professionalmente qualificati e, al contempo, una fascia bassa caratterizzata da precarietà e salari insufficienti: “Si tratta di un elemento di preoccupante lacerazione della coesione sociale”. Da qui la richiesta: “L’obiettivo della massima occupazione possibile è iscritto in un orizzonte costituzionale, che non può che essere condiviso dai programmi delle varie posizioni politiche”,precisando come il diritto al lavoro e il perseguimento della piena occupazione non siano solo aspirazioni, ma principi stabiliti nella nostra Costituzione “che non ha soltanto affermato il diritto al lavoro, ha posto il lavoro a fondamento della Repubblica democratica”.

Uguaglianza retributiva

Il Presidente ha approfittato della cerimonia per ribadire poi un principio fondamentale della Costituzione: l’uguaglianza retributiva: “La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, deve avere le stesse retribuzioni che spettano ai loro colleghi di genere maschile. Sappiamo che il cammino per giungere al rispetto di questo principio è tuttora da concludere, ma va ricordata questa prescrizione e il conseguente dovere delle istituzioni di operare per renderla ovunque effettiva”.

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