Nel mese di settembre 2024, secondo i dati pubblicati ieri dall’Istat, l’inflazione in Italia è calata allo 0,7% su base annua, segnando il livello più basso da inizio anno. Questo significa che i prezzi sono aumentati meno rispetto ai mesi precedenti. In particolare, rispetto ad agosto, i prezzi sono scesi dello 0,2%. Il motivo principale di questo rallentamento è legato ai beni energetici, come l’elettricità e il carburante, che hanno registrato un calo dei prezzi. I beni energetici si dividono in regolamentati (come le tariffe dell’energia fissate dal governo) e non regolamentati (come benzina e gas venduti sul mercato libero). In entrambi i casi, i prezzi sono diminuiti, rispettivamente del 10,4% e dell’11%, contribuendo al calo generale dell’inflazione.
Anche alcuni servizi, come quelli ricreativi e culturali (cinema, teatri, estetisti) e i trasporti (treni, aerei), hanno visto un rallentamento della crescita dei prezzi, rendendo le spese per queste categorie leggermente più convenienti rispetto ai mesi precedenti. Alimenti freschi Al contrario, i prezzi degli alimenti freschi, come frutta e verdura, hanno iniziato a risalire leggermente (+0,3%), dopo un periodo di calo. Questo ha avuto un impatto sull’aumento dei prezzi del cosiddetto ‘carrello della spesa’, che include beni di uso quotidiano come alimenti, prodotti per la pulizia della casa e igiene personale, il cui costo è aumentato dell’1% rispetto allo scorso anno. L’inflazione di fondo, cioè l’aumento dei prezzi esclusi quelli di energia e alimenti freschi (che tendono a essere più variabili), è scesa leggermente all’1,8%. Anche l’indice dei prezzi al consumo armonizzato (IPCA), che serve a confrontare l’inflazione tra i Paesi europei, ha visto un aumento annuo dello 0,7%. Per quanto riguarda i beni acquistati con maggiore frequenza, come il carburante o i generi alimentari, i prezzi sono aumentati dello 0,5% rispetto all’anno scorso, ma con un rallentamento rispetto ai mesi precedenti. Di contro, i beni più costosi e acquistati meno spesso, come elettrodomestici o vestiti, hanno visto un lieve incremento.
Il territorio
Sul territorio, il tasso di inflazione è variato: è stato più alto nel Nord-Est (+1,0%) e più basso nel Nord-Ovest (+0,5%). Tra le città, Bolzano ha registrato l’inflazione più alta (+1,8%), mentre Potenza e Aosta hanno visto addirittura una lieve diminuzione dei prezzi. Guardando al terzo trimestre del 2024, l’inflazione è aumentata sia per le famiglie con minori disponibilità economiche (+0,4%) sia per quelle con livelli di spesa più elevati (+1,6%). Le famiglie meno abbienti sono state più colpite dal calo dei prezzi dell’energia, che rappresenta una parte maggiore delle loro spese rispetto alle famiglie più ricche.
A settembre 2024, l’inflazione in Italia è scesa allo 0,7% su base annua, registrando il livello più basso da inizio anno. Tuttavia, questo rallentamento è dovuto soprattutto alla riduzione dei prezzi dei beni energetici e di alcuni servizi legati al turismo, come trasporti e pacchetti vacanza, che hanno subito forti ribassi dopo l’estate.
Le reazioni
Assoutenti ha messo in evidenza un dato preoccupante: mentre l’inflazione generale rallenta, i prezzi degli alimenti sono tornati a salire. “I prodotti alimentari e del carrello della spesa sono in aumento, costringendo le famiglie a tagliare le spese per cibi e bevande”, ha dichiarato il Presidente Gabriele Melluso. In particolare, i beni alimentari lavorati sono aumentati dell’1,5% su base annua, con rincari notevoli per prodotti come l’olio d’oliva (+22,6%), il burro (+6,9%) e il caffè (+9,1%). Questa situazione, spiega Melluso, sta spingendo le famiglie a ridurre i consumi, come dimostrato dal calo dell’1,1% nelle vendite al dettaglio di prodotti alimentari nel 2024. Assoutenti sottolinea la necessità di interventi urgenti per abbassare i prezzi dei beni alimentari e invertire il trend negativo dei consumi. Anche l’Unione nazionale consumatori, attraverso il Presidente Massimiliano Dona, ha commentato i dati, definendo il calo dell’inflazione un’“illusione ottica”. Dona ha spiegato che il rallentamento è principalmente dovuto alla fine delle speculazioni legate alle vacanze estive, con forti ribassi nei prezzi dei trasporti e dei pacchetti vacanza a settembre. “Peccato che le ferie siano finite, e quindi, in termini di riduzione del costo della vita, l’effetto sia nullo”, ha affermato. Tuttavia, Dona ha notato che, rispetto ai dati provvisori, il rialzo dei prezzi del carrello della spesa si è attenuato, anche se il settore alimentare ha ripreso a salire.
Il Codacons ha confermato che il crollo dei prezzi turistici ha contribuito a frenare l’inflazione, ma ha sottolineato che i listini dei beni di prima necessità, come alimenti e prodotti per la casa, sono tornati a salire, con un aumento dell’1% su base annua. Inoltre, sono emerse tensioni nel settore scolastico, con aumenti nei prezzi di articoli di cancelleria (+3,3%) e libri scolastici (+3,8%).