domenica, 15 Dicembre, 2024
Ambiente

Inquinamento, sfruttamento e cambiamenti climatici minacciano la resilienza idrica in Europa

L'analisi dell'Agenzia europea dell'ambiente

Secondo il rapporto dell’Agenzia europea dell’ambiente intitolato ‘Europe’s state of water 2024: the need for improved water resilience’, l’agricoltura rappresenta la principale minaccia per le acque superficiali e sotterranee in Europa. Questo settore consuma più acqua di qualsiasi altro e genera un forte impatto in termini di inquinamento a causa dell’uso intensivo di nutrienti e pesticidi, come emerge dal monitoraggio condotto dagli Stati membri. Il rapporto lancia un allarme: senza un cambiamento nelle pratiche agricole, la domanda d’acqua per irrigazione potrebbe aumentare ulteriormente a causa dei cambiamenti climatici. Nonostante alcuni progressi, le acque europee e i loro ecosistemi continuano a essere gravemente minacciati dall’inquinamento chimico, principalmente derivante dalle emissioni industriali e dall’agricoltura. Sostanze chimiche, nutrienti e pesticidi provenienti dalle attività agricole si diffondono nell’ambiente, contribuendo al degrado degli habitat acquatici. La situazione è aggravata dai cambiamenti climatici che alterano i modelli climatici, aumentando ulteriormente la pressione sulle risorse idriche e rendendo più complessa la loro gestione. Il rapporto rivela che solo il 37% dei corpi idrici superficiali europei ha raggiunto uno stato ecologico “buono” o “elevato”, un parametro chiave per la salute degli ecosistemi, e appena il 29% ha ottenuto uno stato chimico “buono” nel periodo 2015-2021. Nonostante gli sforzi per ridurre il peggioramento della situazione delle acque, i miglioramenti registrati restano limitati e frammentari. Alcuni progressi sono stati ottenuti nella riduzione dell’inquinamento chimico e nella conservazione di specie come i molluschi e i crostacei, ma non si registrano segnali di miglioramento globale rispetto ai cicli di monitoraggio precedenti.

Le acque sotterranee

Le acque sotterranee, pur registrando condizioni migliori rispetto a quelle superficiali, presentano anch’esse problematiche legate all’inquinamento. Secondo il rapporto, il 77% delle acque sotterranee europee è in buono stato chimico, e il 91% è in buono stato quantitativo, risultando dunque adeguato in termini di approvvigionamento. Tuttavia, il loro stato è minacciato dalla presenza di pesticidi e nutrienti, una situazione preoccupante considerato che le falde acquifere rappresentano una risorsa fondamentale sia per l’uso potabile sia per il fabbisogno agricolo e industriale. La Direttiva Quadro sulle Acque dell’Ue aveva fissato il 2015 come termine per il raggiungimento di uno “stato buono” per le acque superficiali e sotterranee, con una proroga al 2027 per i casi più complessi. Ma, a fronte dei progressi limitati registrati, è improbabile che questi obiettivi vengano raggiunti. L’Aea sottolinea la necessità di intervenire con urgenza per garantire la protezione delle risorse idriche europee. Per migliorare la resilienza idrica dell’Europa, il rapporto propone una serie di misure mirate alla riduzione del consumo d’acqua e all’incremento dell’efficienza idrica in tutti i settori, dall’agricoltura all’industria fino all’uso domestico. Un approccio orientato alla fissazione di obiettivi specifici di risparmio idrico e alla riduzione della domanda potrebbe facilitare il monitoraggio dei progressi e stimolare l’azione. Allo stesso tempo, è fondamentale disporre di informazioni aggiornate e tempestive sulla quantità e qualità delle risorse idriche per migliorare la gestione delle acque.

Pressioni ambientali

Un altro passo importante è la riduzione delle pressioni ambientali attraverso la prevenzione dell’inquinamento. In linea con il piano d’azione europeo per l’inquinamento zero, è prioritario ridurre l’utilizzo e il rilascio di sostanze nocive e nutrienti nelle acque. Infine, il rapporto evidenzia l’importanza del restauro naturale, suggerendo interventi come la riconnessione dei fiumi con le pianure alluvionali, la restaurazione delle zone umide e delle torbiere. Questi ecosistemi non solo forniscono acqua di buona qualità, ma contribuiscono anche allo stoccaggio di carbonio e alla mitigazione degli eventi climatici estremi. Il rapporto dell’Aea rappresenta la valutazione più completa dello stato di salute delle acque europee, basata su dati forniti da 19 Stati membri dell’UE, coprendo 120.000 corpi idrici superficiali e un’area di 3,8 milioni di km² di corpi idrici sotterranei. Esso fornisce una base di informazioni cruciale per il monitoraggio e la gestione delle risorse idriche, supportando il prossimo bilancio della Commissione Europea sull’implementazione dei Piani di Gestione dei Bacini Fluviali e dei Piani di Gestione del Rischio Alluvioni.

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